Quando vide il biondino arrivare sorrise compiaciuta, quindi alla fine aveva ceduto alla sua proposta, infondo sua madre lo diceva sempre.
Niente è come un gelato o una buona tazza di te per fare amicizia.
Lo prese a braccetto senza preoccuparsi minimamente di dargli fastidio o di imbarazzarlo ed entrò nella gelateria contando i soldi rimasti dei 10 galeoni che le aveva dato la madre e i 20 che le aveva regalato la nonna la settimana prima. Aveva abbastanza per due coni grandi e conservare anche qualcosina per non tornare a casa completamente senza soldi.
Osservò i gusti individuando finalmente quello nuovo, zucchero filato e mirtilli caramellati, sembrava un'accoppiata piuttosto curiosa oltre che sicuramente dolce come poche cose ma non vedeva l'ora di assaggiarlo e scoprire che sapore avesse.
Senza indugio chiese due coni grandi a quel gusto al commesso prima di avvicinarsi alla cassa dove stava una signora dalle dita cicciotte che battè il prezzo sul registratore di cassa.
4 Galeoni, 8 Falci e 20 scellini fu il totale, pagò raggiungendo di nuovo il giovane Malfoy guardandolo prima di sorridergli gentilmente.
Vieni, possiamo sederci ad uno dei tavolini qui fuori.
Disse la rossa prendendolo di nuovo a braccetto tirandoselo verso il tavolo senza rispetto alcuno per gli spazi altrui e per il disagio o l'imbarazzo o anche il fastidio che avrebbe potuto causare al ragazzo dai capelli color limone, si mise a sedere senza grazia alcuna con le gambe larghe afferrando il cucchiaino incastrato nel morbido gelato, loripulì velocemente prima di poggiare sul tavolino e dedicarsi al suo gelato leccandolo ai lati per evitare che colasse.
E comunque non mi ha ancora detto il tuo nome, me lo devi visto che ti ho offerto il gelato, non ti pare?
Chiese puntando i grandi occhi grigi sul minore prima di sorridergli di nuovo constando un ovvietà ovvero che il gelato era davvero buono.
Quel ragazzino così criptico e cresciuto in un modo completamente diverso dal suo l' affascinava non poco, voleva conoscerlo meglio, saperne di più e perchè no provare ad essergli amica anche se sapeva benissimo che tra le loro famiglie non scorreva affatto buon sangue.

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Stava già sfogliando il suo libro nella mente immaginando le cose magnifiche che conteneva ogni singola pagina, chiedendosi se avrebbe trovato cose nuove che non sapeva prima, con quei pensieri in testa si avviò verso la porta girando il pomello per poterla aprire quando la voce del ragazzino invase ancora una volta il suo campo auditivo.
Si voltò sentendosi chiamare nuovamente per cognome, anche se in modo meno sprezzante di prima, con il pomello della porta saldamente stretto in mano stava già pensando ad una brutta risposta da dargli per levarselo di torno ma quando si voltò per guardarlo notò il cambio di espressione sul suo viso, sembrava davvero sorpreso come se lei avesse sconvolto un qualche principio cardine dell’esistenza dell’universo. Quasi intenerita da quel l’espressione, che le ricordava quella di suo fratello Colin quando le aveva messo una cavalletta sulla spalla sperando di spaventarla, gli sorrise.
Malfoy... ho tre fratelli maggiori che mi insultano e mi rompono le scatole continuamente, non mi offendo perché hai insultato le mie scarpe, offendersi non cambia la realtà dei fatti.
Disse ridendo divertita la ragazzina, gli porse la mano facendo tintinnare i braccialetti colorati che aveva trovato in regalo con una rivista babbana e gli porse nuovamente un grande sorriso.
Sono Bea, comunque.
Effettivamente non si erano mai presentati, sapeva solo che era un Malfoy perché aveva sollevato lo sguardo incuriosita durante lo smistamento di Axter due anni prima, quando Thomas le disse che le loro famiglie erano imparentate.
Sai hai proprio ragione sono vecchie, ma la mamma preferisce he impariamo il valore delle cose e ce le fa sfruttare il più possibile, dice che noi siamo fortunati ad avere il denaro ma molti non lo hanno quindi dovremmo imparare ad apprezzare ciò che abbiamo.
Disse ancora la rossa con gentilezza guardando il biondo, ripensò alla sua espressione confusa di prima e sorrise ancora tra se e se chiedendosi come avrebbe reagito Colin se l’avesse vista parlare con un Malfoy; controllò l’orologio da polso, aveva ancora venti minuti liberi prima di dover ricongiungersi con sua madre per andare a prendere il padre a lavoro per pranzare tutti insieme.
Stavo andando alla gelateria Fortebraccio, vieni con me? Hanno un nuovo gusto...
Lo guardò non sapeva se aveva visto bene ma le parve di scorgere incertezza nei suoi occhi, ma forse era solo un’impressione.
Offro io.
Disse per convincerlo, la tredicenne era sempre stata altruista in più chi aveva deciso che Malfoy e Weasley dovevano odiarsi? Infondo erano parenti perché una pro, pro zia Black Malfoy aveva sposato un pro, pro zio Prewett Weasley e avevano avuto dei bambini.
Se non si fossero voluti bene tra cugini Bea non sapeva proprio a chi avrebbe dovuto destinare il suo amore. Con un sorriso complice guardò il biondo e avvicinandosi al suo orecchio disse.
Non lo dirò a tua madre... esco prima io ti aspetto alla gelateria tra 5 minuti
Non sapeva nemmeno se sarebbe venuto ma l’idea di farsi un nuovo amico e condividere un gelato con qualcuno non le dispiaceva affatto; aprì la porta facendo tintinnare i campanelli sopra di essa e con un sorriso scese le scale con tre piccoli saltelli attraversando poi la strada di lastricato nero per raggiungere la gelateria. Il sole aveva fatto capolino dai tetti e illuminava la strada riscaldando tutto e facendo scintillare le vetrine dei negozi come gioielli al collo di una nobile dama.

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Stava curiosando nella sezione dei romanzi storici, facendo scorrere le dita sul dorso dei libri esposti nello scaffale in ordine alfabetico, quando una voce piuttosto fastidiosa interruppe la magia di quel momento. La rossa si voltò squadrando il ragazzino dalla testa ai piedi storcendo il naso.
Sapeva benissimo chi aveva davanti, quei capelli biondo platino erano inconfondibili.
La famiglia Weasley e la famiglia Malfoy erano imparentate molto alla lontana, una pro pro pro pro zia di Bea veniva dalla famiglia Black Malfoy e aveva sposato un Weasley finendo per essere diseredata dalla famiglia, ma a Bea non interessava minimamente tutta quella questione del sangue, era del parere che se una persona ti piaceva, davvero, bisognava seguire il proprio cuore e stare con quella persona.
Ascoltò il commento del biondo decidendo di non cadere nella sua trappola, finchè non fece quel commento sulle sue scarpe, strinse i pugni respirando a fondo.
Poteva benissimo permettersi quello che voleva, solo che i suoi genitori, al contrario di altri, odiavano sperperare i loro beni e quindi compravano cose nuove solo nel momento in cui quelle vecchie erano state sfruttate al massimo.
Beatrice era stata educata in quel modo, quindi non si preoccupava minimamente di indossare cose smesse dei fratelli o scarpe non proprio nuovissime, erano comunque di marca anche se consumate, forse avrebbe dovuto dargli una ripulita, questo si ma il fatto che fossero sporche non indicava che era povera e non poteva permettersi le cose.
Malfoy... sei davvero pietoso... solo una persona infima ed ignorante come te può classificare le persone in base al loro vestiario.
Disse semplicemente la rossa con tono compassionevole, come se provasse davvero pena per lui; tornò a contemplare i libri cercando qualcosa sui maghi del periodo egiziano o babilonese.
Il libro di suo interesse costava 6 galeoni e 14 scellini, lo mise sottobraccio rovistando nella borsa cerca del portamonete, un piccolo borsellino fucsia con i brillantini, lo teneva solo perchè glielo aveva comprato Thomas, nonostante lei detestasse il fucsia.
Immersa nei suoi pensieri si chiese se con il restante denaro avrebbe potuto fare un salto alla gelateria Fortebraccio per comprare un cono, faceva davvero caldo e l'idea di assaporare un gelato al limone nei 30 minuti che le erano rimasti era davvero appetibile, si voltò andando verso le scale fissando il biondino per un istante prima di dirgli.
Scusa potresti spostarti? Mi blocchi il passaggio e sei così basso che rischio di schiacciarti
Non che lei fosse alta, anzi non lo era per niente ma sapeva che di solito i ragazzi si offendevano facilmente se si parlava male della loro altezza o della loro mascolinità, o almeno questo valeva per i suoi fratelli; si domandò se sarebbe valso anche per il ragazzo dai capelli biondo platino.
Scese le scale in fretta sorridendo divertita, sperava che la conversazione fosse finita quando si avvicinò al bancone per pagare il suo libro.
Contò il resto prima di rimetterlo nel portamonete che cacciò in borsa, afferrò la busta con dentro il libro decidendo di darsi un'ultima occhiata in giro prima di andarsene.

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