AccioHogwarts2

Posts written by J-Yuki

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    Ciao a tutti! Avviso che continuerò ad essere assente fino a Settembre, poi ho intenzione di organizzarmi e riprendere a giocare! Grazie mille <3
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    Ambiziosa Bugiarda Vanesia Carismatica Scheda
    Un grammo di immagine val più di un chilo di fatti
    Medea J. Sloth
    4° anno - Serpeverde


    I suoi occhioni da cerbiatta non capivano assolutamente il perché di quella lamentela da parte di Cinnamon. O fingeva, per meglio dire, di non capire. Lo guardò allibita, come se non si sapesse minimamente spiegare che cosa stesse succedendo. Sapeva recitare bene. Avrebbe potuto partecipare al club di teatro, lo avrebbe proposto più tardi all’amica, ma ora no. Ora c’era la tassofessa a cui badare. Ma le stava giust’appunto venendo un’idea malsana a riguardo. E sicuramente Alma avrebbe potuto capirlo, conoscendola molto bene: Medea iniziò a far tremolare i piedi. Quando faceva così, aveva appena avuto un’idea. E quando lei aveva un’idea… sicuramente sarebbe successo qualcosa di grandioso.
    Fece spallucce, quando Cinnamon chiese loro che problemi avessero. Era chiaro che qualsiasi idea malvagia avessero potuto avere, era comunque un’idea di una quattordicenne e di una quindicenne. Niente pericolo di vita, insomma. A quello ci pensavano i ragazzi del settimo anno.
    Maddai, si scherza. Ti abbiamo solo preso un po’ in giro per la questione del tavolo sbagliato svolazzò la mano sinistra, come se fosse una cosa da conto. Sembava sincera. Chissà se lo era davvero, dopo la sfuriata di prima. La stava trattando con sufficienza, come si trattano coloro che si lamentano per qualsiasi stupidaggine.
    Stava per aprire la bocca, esattamente per la quinta volta, cercando di parlare con Alma… ma avrebbero dovuto fare in un altro momento, perché sopraggiunse il caro Juniper/Jordan in difesa della sorellina tassofessa. Il migliore dei suoi sorrisi raggianti le si dipinse in volto, alla vista del quasi-co-organizzatore della sua festa. Quasi, perché in realtà stava continuando ad organizzarsi per gli affari suoi. Ma gli avrebbe dato il contentino e chissà, magari sarebbe davvero potuto diventare uno dei migliori, lì dentro. Anche se non con quella zavorra della sorella tra i piedi.
    Oh, caro, carissimo Jord-…Juniper! se l’era ricordato, solo per un momento.
    No, no Billy… nessun problema. Anche tu Thomas… è un amico disse, facendo gli occhi dolci verso Juniper e tenendo così a bada due membri del suo fanclub “Medea, una parola per dire Dea”. I due si rimisero a sedere, guardando torvo Juniper che, in quel momento, aveva la sua totale attenzione.
    Appoggiò le parole di Alma, annuendo con le braccia incrociate e tornando ora in espressione seria, di chi non ne poteva assolutamente nulla.
    Già, succedono cose strane, ad Hogwarts… anche le scale, per dire, vanno sempre per i fatti loro… mi raccomando, se dovete raggiungere il secondo piano! disse, sgranando gli occhi, come se volesse anche avvertirli di qualcosa, povera cucciola indifesa. Seh, come no.
    Comunque, caschi proprio a fagiuolo! Stavamo giusto per parlare della… festa disse a voce più bassa, accertandosi che nessun altro fosse in ascolto a parte loro. Uno sguardo intenditore colpì Alma. Lo sguardo di chi l’idea malsana l’aveva avuta proprio a riguardo. Solo successivamente guardo il Serpeverde e la sorella.
    Ci sono alcune novità. Ho trovato il posto veramente lo aveva trovato Ariadne di Corvonero, ma questo lo avrebbe detto, forse -o forse no- solo successivamente.
    …dove poterla fare. Ci sono molte cose da organizzare guardò di nuovo Alma, sicuramente il suo aiuto serviva per qualcosa che le avrebbe detto a tempo debito, …e ci sarebbe qualche altro compitino innocuo… come, per esempio… finse di pensarci, ma sapeva benissimo cosa dire.
    Si guardò attorno. Avrebbe parlato solo se nessuno fosse stasto in ascolto ovviamente. Persino Billy e Thomas si alzarono dal tavolo, andando verso l’ingresso.
    Ah, ecco! Andare in cucina e decidere con gli Elfi domestici quale leccornie poter portare… non disse che si trattava di corrompere gli elfi. Quello era un altro discorso, ma ci sarebbe arrivata con calma, con molta calma. E aveva già deciso anche chi mandare, come e con quale scusa. Un passo alla volta.

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    Ambiziosa Bugiarda Vanesia Carismatica Scheda
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    Medea J. Sloth
    4° anno - Serpeverde


    L’espressione di Medea appariva disgustata, anche se in realtà cercava di mimare un’espressione interrogativa alla vista della Tassorosso che subito si rivelò essere chi aveva capito che fosse: la sorella di Juniper, detto Jordan. Sollevò appena il capo e alzò gli occhi al cielo, la coda fluente si abbassò arrivando fin sotto al sedere. Non la considerò di striscio per ora, Cinnamon, perché era interessata all’amica Ama, con cui avrebbe dovuto parlare della festa. Ridacchiò, facendo entrare in scena l’oca giuliva che adoravano tanto in quella scuola, accavallando le gambe ora da un lato, ora dall’altro.
    Alm cara, ci sono novità sulla… quella cosa ma non disse altro, perché c’era Cinnamon e non poteva parlare troppo davanti a lei, perché quello che riguardava la festa riguardava anche il fratello, ma le cose si erano ampliate alle sue spalle e non era il caso di continuare. Sorrise arcigna quando Alm si rivolse in quel modo fastidioso alla Tassa. Adoooro, quando fai così!. Si portò la mano sinistra alla fronte, esagerando di gran carriera la sua teatralità. Ampie movenze che attiravano l’attenzione praticamente sempre. Ma quello era forse il momento sbagliato per attirare l’attenzione.
    Come immaginavo, quindi… tu sei la sorella disturb-… iniziò a dire verso Cinnamon con voce non troppo squillante, del resto, un cuore, seppur piccolo e raggrinzito, lo aveva anche lei. Ma accadde qualcosa che non doveva accadere. Per niente al mondo. La mascella si slanciò verso il basso, piombando del tutto verso terra. Gli occhi azzurri si sgranarono vertiginosamente. La ragazza si alzò e le lanciò addosso tutto il contenuto del piatto. Porridge, precisamente. Non fece in tempo a reagire proprio perché non aveva minimamente idea di quello che sarebbe successo. Stava proprio tranquilla come una Pasqua quando la ragazza decise di svalvolare completamente. La reazione fu istintiva nella sua mente, ma decise di trattenersi. Lei era la reginetta della scuola, quella vera. Ma non una di quelle stupide con il cervello grosso come un fagiolo, oh no. Lei era una principessa vera, di quelle apprezzate da tutti per la loro bontà d’animo, la loro disponibilità, quelle che andavano bene a scuola e tutte le amavano perché erano belle e intelligenti. Si trattenne con un mezzo sorriso, per farsi bella davanti a tutti. Tutti la guardavano e alcuni sarebbero anche partiti a difenderla, soprattutto il solito gruppetto del quinto e sesto anno. Pareva avessero anche fatto un suo fan club. Sollevò una mano, come a voler fermare la reazione di tutti i vicini.
    Oh… nessun problema, davvero! sorrise delicatamente, spostandosi la coda, attenta a non toccarsi la gonna con le mani. Era tremendamente vicina alla Tassorossoche tornò a risedersi accanto a lei. Continuava a sorridere mentre iniziò a parlare tra i denti… che manco il miglior ventriloquo sarebbe riuscito a fare così.
    …senti un po’, brutta stupida rospa da quattro zellini sussurrava queste parola ad una velocità imbarazzante per non essere udita dagli altri, ovviamente.
    cosa credi di fare? Di metterti contro di me… tu, stupida Tassofessa americana? Sparisci dalla mia vista acida, mentre le rivolgeva l’ennesimo, finto, sorriso. Proprio in quel momento agì Alma in sua difesa, sfoggiando un incantesimo offensivo non particolarmente pericoloso. Teoricamente avrebbe dovuto incarcerare la Tassa costringendola a rimanere seduta con loro ancora un po’. Ops… mi sa che non te ne puoi ancora andare sussurrò sempre al suo fianco, per non farsi sentire da altri che non fossero lei ed Alma, ovviamente.
    State tranquilli… disse, alzando la voce un poco, richiamando ufficialmente a lei l’attenzione che già tutti i Serpeverde le stavano comunque dando, compresi i membri del suo fan club.
    E’ una ragazza problematica. Non dovete preoccuparvi, sto benissimo! annuì, con un sorriso e gli occhi dolci che la facevano apparire ancora più meravigliosamente bellissima (?). Sfilò la bacchetta dalla manica del suo mantello, pronta a pulirsi le gambe quando arrivarono di corsa due o tre ragazzi che con i loro “GRATTA E NETTA!” risolsero immediatamente la situazione.
    Grazie, John… anche tu, Billy… sì, per l’appuntamento vediamo, ok? gli fece un occhiolino, aspettando che si allontanasse, prima di tornare Miss Accidia come prima, rivolgendosi ora solo ad Alma.
    Lo so che hai in mente qualcosa di malvagio… dimmi tutto! . Il discorso della festa doveva attendere, con quella lì ancora incatenata alla loro panca.


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    Ambiziosa Bugiarda Vanesia Carismatica Scheda
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    Medea J. Sloth
    4° anno - Serpeverde


    Ovviamente si sarebbero scansati tutti, al suo passaggio. Stava arrivando la Regina, ciaobbelli.
    Occhi azzurri come il mare, capelli biondi perfettamente acconciati in una coda alta, da cui non spuntava neanche un capelli, niente di fuori posto. Nella sua mente spalancò la porta e fece il suo ingresso osservata da tutti. Certo, la porta era già spalancata quella mattina come tutte le altre, ma tutti la guardavano come al solito e questo era ciò che le interessava davvero. Mezzo sorriso fresco e falsamente gioviale. Niente libri tra le mani quella mattina. Indosso aveva la sua ordinatissima divisa da Serpeverde. Snobbò tutti quelli che la salutavano con un semplice cenno del capo -mai essere troppo superiori, sennò avrebbe perso gli spasimanti- e poi si diresse decisa al suo tavolo. Sgranò gli occhi quando vide la sua amica Alma, non vedeva l’ora di aggiornarla sulla questione della festa. Le aveva accennato qualcosa in Sala Comune, ma essendo lei un anno più grande, non avevano ancora avuto modo di aggiornarsi su tutto.
    Alma cara, mia insopportabile amica disse con tono d’alta classe, del resto, si salutavano così e si volevano bene comunque, tra arpie ci si intedeva con poco.
    Si avvicinò di tutta carica dall’altro lato del tavolo, esattamente dove era seduta Cinnamon. Non la vide, o forse fece finta di non vederla… e si sedette praticamente al suo posto, spingendola da un lato. Chissà, forse avrebbe fatto cadere quel suo bel musino nel porridge.
    Oh… scusami cara falsamente dispiaciuta, come la solito.
    Non ti avevo vista… hai sbagliato casa? fece l’espressione di chi è davvero dispiaciuto ma soprattutto le parlava come se stesse parlando con qualcuno che aveva qualche ritardo mentale.
    TU-SEI-AL-TAVOLO-DEI-SERPEVERDE disse mimando, indicando prima la panca, poi il tavolo, poi la sua cravatta mentre diceva la parola “Serpeverde”. Sì, forse l’aveva presa per una ragazza disturbata. L’aveva riconosciuta, era la sorella di Jordan -ossia Juniper-. Ora capiva tante cose… il fratello la nascondeva perché aveva dei problemi. Che cosa triste. Si sarebbe finta comprensiva, a breve… ma ora doveva parlare con Alma. Si voltò quindi verso di lei, ignorando la Tassa per qualche secondo.
    Devo aggiornarti su un sacco di cose! si posizionò bene, sculettando sulla panca e spingendo ancora un po’ Cinnamon, già che c’era.

    ✕ schema role by psiche
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    Allora io inizio a buttare le basi in qualche role per giocarmi la cosa, nel caso intervenite voi e si annulla, giusto?
    Aspetto conferma così vedo come gestire le prossime giocate!! Grazie!
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    CITAZIONE
    In realtà, ci trovi tutte un po' ignoranti nel merito.
    Non conosciamo bene quel mondo, pertanto ti riporto alcuni dubbi che sono nati all'interno della breve discussione che abbiamo avuto: cosa comportano queste "possessioni" da parte dello spirito? La ragazza è cosciente? la Banshee muove il suo corpo durante quei momenti? Cosa accadrà una volta che avrà controllato lo spirito?

    Pensavo di evolverla in questo modo:all'inizio la ragazza non è cosciente, ossia la banshee prende possesso del suo corpo ma ovviamente è come imprigionata e non può fare niente se non fingersi la ragazza cercando una via di fuga. Il resto pensavo di evolverlo strada facendo, in base alle giocate, facendole prendere man mano -se si riesce-, consapevolezza di quello che le accade. Le strade possono essere tante: convivere con la banshee oppure eliminarla in qualche modo. Tutto a seconda di come si evolve nel gioco...
    L'aspetto che mi interessa di più è quello "storico", quindi se controllerà lo spirito, mi piacerebbe che questo possa avere una funzione più che altro suggestiva. Essendo uno spirito d'altri tempi, potrebbe essere utile nel raccontarle/mostrarle situazioni passate.
    La leggenda vuole che la banshee abbia anche il potere di "urlare" talmente forte da essere dannosa ma questa parte non mi interessa e ne faccio a meno, tanto la farei comunque urlare senza arrecare danno a nessuno.

    Magari potreste decidere voi quali "dettagli" posso utilizzare e quali no.
    Grazie!
    Intanto vi lascio anche questo link da cui ho preso ispirazione per la leggenda:
    https://sapienzaocculta.altervista.org/banshee/
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    Agenda


    » Dhakira Al Sayi ~ Incontri Casuali in un Vico di Londra
    Role aperta with Samuel Mather

    » Dhakira Al Sayi ~ Bad Reputation
    Role aperta with Sissi Black

    » Dhakira Al Sayi ~ info
    Role aperta with <i>Nome Personaggio

    » Dhakira Al Sayi ~ info
    Role aperta with <i>Nome Personaggio



    Edited by J-Yuki - 20/3/2021, 20:48
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    Buonasera!
    Avevo in mente uno sviluppo per il mio PG studente. E' ancora abbastanza presto, ma intanto vi scrivo la mia idea: come da scheda, Medea è stata nascosta dai genitori in una casa famiglia babbana in Irlanda, per paura che si realizzi la leggenda di famiglia: ogni centinaio di anni, la figlia femmina verrà uccisa dal padre al risveglio del potere della Banshee.
    La Banshee sarebbe uno spirito dell'altro mondo (da decidere quale spirito) che prende possesso del corpo della giovane (con cui dovrà convivere) e che si risveglia solo in determinati momenti (finchè non imparerà a controllarlo, sarà involontario). La caratteristica importante della Banshee è il sentire un vociare indistinto proveniente da altri mondi e, per sopperire a questo "malus", esplode in urla lancinanti.
    Tutto questo da scoprire/evolvere con la fantasia Master e altri giocatori, se avranno voglia di partecipare!
    Mi va bene anche solo avere il "malus" senza bisogno di farne un vero e proprio potere, ovviamente.

    Fatemi sapere!
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    09A1D735-8F85-4746-B657-F4426504F094




    Agenda



    » Medea J. Sloth ~ Dialogo in famiglia
    Role aperta with Clover Cunningham CHIUSA

    » Medea J. Sloth ~ Una lettera da non mandare
    Role aperta with Holly

    » Medea J. Sloth ~ Una tassa nella fossa dei serpenti
    Role aperta with Alma, Cinnamon ad Juniper


    Edited by J-Yuki - 20/3/2021, 20:46
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    Non troppo lontano da Cahervalley, a sud di Limerick, c’era un piccolo quartiere chiamato Leanbh Valley. Quella mattina il cielo era di un colore grigio fumo, la nebbia scendeva spessa fin sotto al naso dei pochi mattinieri passanti. L’odore nell’aria era un misto di pesce andato a male e di cavolo cotto troppo a lungo. Le strade erano abbastanza sporche e si univano in un groviglio di vicoli troppo stretti persino per due persone. L’atmosfera di Leanbh Valley aveva un tocco di fatiscente. Le mura scrostate di quelle piccole casette ingrigite non avevano niente a che fare con i quartieri colorati vicino al fiume di Limerick, dove l’odore più sgravedole era quello delle frittelle fatte al momento dai carretti ambulanti. Tra questi edifici decadenti ne spiccava uno in particolare: tra le mura rivestite d’umido, tra gli sprazzi di muffa ben visibili, si intravedevano delle piccole finestrelle di legno marcio dalle fioche luci sempre accese. Era un edificio più grande rispetto a tutte le altre casette e, dai pochi abitanti, veniva chiamato “Sràidbahile na ndaoine beaga”, ossia “Il villaggio degli Orfani”.
    Medea non era orfana e lei questo lo sapeva. Non doveva trovarsi lì, sapeva anche questo. Ma si trovava lì, tra tutti quei bambini e ragazzini con cui doveva convivere. Tutti con quell’abito bianco fino alle ginocchia. Tutti uguali.
    Era appena andata nella cappella interna allo stabile a rubacchiare una mela quando si trovava a passare davanti alla “stanza proibita”, così la chiamavano i suoi compagni. Era semplicemente la stanza dove la rigida signorina Doreen -signorina per modo di dire, dato che non avrà avuto meno di settant’anni- non faceva entrare nessun bambino. E la signorina Doreen non parlava con nessuno, dentro quella stanza. Ma non quel giorno. Quel giorno giunse una voce nuova. Un finto accento inglese, trapelava comunque una vena irlandese, un timbro decisamente baritonale. Una voce tutto sommato melodiosa, anche se non riusciva a distinguerne le parole precise. Maledette pareti vecchie.
    Decise di arrestarsi dietro la porta, cercando di origliare più informazioni possibili. Solitamente sarebbe andata oltre, fregandosene, ma qualcosa le diceva che doveva stare lì. Forse perché nella conversazione sentì menzionare “-edea”, che poteva benissimo stare per “Medea”. Furba, eh. Fortunata come sempre però, probabilmente era arrivata a fine discorso. L’occhio chiaro cercava di intravedere qualcosa dallo spiraglio della porta e rimase paralizzata, quando venne spalancata dalla signorina Doreen. L’uomo dalla voce melodiosa oltrepassò la porta velocemente, senza soffermarsi a guardarla neanche per un secondo. Del resto, perché avrebbe dovuto farlo. Però aveva un buon profumo. Rimase con la mela verde incastrata tra i denti superiori e quelli inferiori. Stava facendo fatica a staccarla, ma faceva finta di niente.
    - Medea la voce rigida della donna rugosa che aveva davanti la riportò alla realtà per qualche secondo, dalla distrazione del profumo di quell’uomo sconosciuto che però le ricordava qualcosa.
    - E' arrivata la lettera che stavamo aspettando. E’ il momento che tu debba lasciare questo posto per dirigerti… nella nuova scuola di cui ti avevano parlato i tuoi genitori prima di lasciarti da me.
    Finalmente era riuscita a staccare quella maledetta mela dai danti. E ora erano tutti sporchi, doveva assolutamente andare a lavarli.
    Avrebbe voluto fare mille domande, ma si limitò a dire:
    - Non andrò mica in queste condizioni, nella nuova scuola ins-…
    Stava per partire una vera e propria lamentela sulle condizioni di vita di quel posto così fatiscente, e avrebbe voluto urlare di voler tornare a casa da sua mamma e su papà. Ma sapeva che questo non era possibile.
    - Oh, non c’è problema… avrai tutto, tutto ciò che ti serve rispose in tono sibilante.
    Medea era troppo piccola per intuire che forse, nel tono, c’era anche qualcosa che terrorizzava la rigida signorina Doreen.

    E così si ritrovò tra le mura del Castello di Hogwarts. Durante il viaggio in treno aveva conosciuto qualche bambino e si era spacciata anche per una tipa relativamente simpatica. Qualche falso sorriso di cortesia, qualche caramella tutti i gusti + 1 che non mangiava da quando aveva otto anni che aveva anche offerto a qualcuno. Giunti in Sala Grande, invece, si limitò a starsene in prima fila, dimenticandosi degli altri bambini conosciuti sul treno. Le tavolate non erano ancora imbandite ovviamente, di lì a poche si sarebbe stato lo Smistamento. Era chiaramente sconvolta dalla bellezza di luci e colori di Hogwarts ma non sia mai darlo a vedere. Si guardava attorno come se fosse tutto perfettamente nella norma, come se una sala come quella si potesse vedere tutti i giorni.
    Impettita nel suo mantello nero di ottima fattura, le scarpette del medesimo colore laccate, il maglioncino di prima mano, era riuscita ad avere ciò che le spettava. Gli abiti migliori le erano giunti da Diagon Alley direttamente nella fatiscente casa degli orfani, ed era stata anche ben attenta a non essere vista dagli altri bambini. Quella volta non avrebbe potuto proprio dargli niente. Ma fino a nuovo ordine sarebbe dovuta tornare lì ogni volta, durante le vacanze estive.
    Per l’occasione si era fatta anche comprare uno smalto rosa pallido, in perfetta armonia con l’incarnato chiaro della sua pelle e dei suoi occhi. Doveva essere perfetta. Storse il naso quando un bambino non troppo distante si stava smoccolando sull’interno della tasca del mantello. Ma durò poco, questo piccolo atto di considerazione, perché ci volle poco tempo per sentire il suo cognome seguito dal suo nome. Sloth. Medea Sloth.
    Un sorriso raggiante, apparso all’occorrenza, si appropriò interamente del suo volto. Si spostò i lunghi capelli biondi ed iniziò la migliore delle sue camminate. Persino gli occhi gelidi apparivano più caldi, condizionati da quel sorriso che riusciva ad eseguire a comando. Chissà quanto fosse vero. Sedere in fuori e petto in dentro mentre sbatte i fianchi come può farlo una bambina di undici anni. Si sedette, sicura, come se avesse fatto quello stesso identico percorso mille volte. Il cappello parlante venne appoggiato sulla sua testolina minuta e socchiuse gli occhi. Le manine curiose vollero testare il suo tessuto per qualche secondo.
    Non c’era alcuna titubanza nei suoi movimenti, almeno in apparenza. Eppure i piedini non toccavano a terra, era solo una bambina, infondo. Chissà quali ragionamenti avrebbe fatto di lì a poco il caro vecchio cappello parlante, non ci è dato saperlo. Sentiva la testa ronzare di parole, ma c’era una strana luce nei suoi occhi. Ma siamo certi solo di una cosa, di quello che gli cercò di dire Medea, con la mente:
    “Mettimi dove vuoi, cappello. Tanto sarò sempre la migliore”.

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    Grazie mille, ho scoperto che si poteva cambiare... per fortuna ^U^
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    Non che sia stato particolarmente difficile convincermi...
    Qualcuno si ricorderà sicuramente di me come Yukina/Renèe.

    Mi sono iscritta con il nick del personaggio studente, ma pensavo di farne anche uno adulto... quindi se ho sbagliato qualcosa, correggetemi tranquillamente. Non gioco by forum da almeno 10 anni...

    Un abbraccio a tutti,

    J.
12 replies since 20/2/2021
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