... Un sacrosanta, rinfrescante burrobirra (anche due)

IsoldeXAlyssa

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  1. Alyssa
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    Alyssa aveva dato appuntamento ad Isolde per prendere un aperitivo dopo il lavoro.
    Seduta ad un tavolo del Paiolo Magico, mentre l'aspettava, giocherellava distrattamente con una ciocca di capelli con le dita di una mano e, con l'altra, leggeva il libro “Gli Snasi e le loro 27 leggende più famose”.
    Indossava un semplicissimo vestito blu elettrico lungo fino al ginocchio, perfettamente abbinato al ciondolo d'argento a forma di drago, con un piccolo zaffiro incastonato al centro, che il marito le aveva regalato per il suo scorso compleanno.
    Aveva l'aria completamente assorta da quello che stava leggendo e, effettivamente, lo era! Era anche, ovviamente, stanca, come spesso accadeva dopo una lunga giornata di lavoro. Si trattava, però, di un lavoro che non smetteva mai di appassionarla e di offrirle stimoli nuovi.
    Aveva anche spedito tre Gufi, quella mattina presto, in cui mandava il bacio del buongiorno a Charlie, Taylor e Tyler, chiedendo loro come stessero, se le lezioni causavano loro qualche problema, e se altri compagni erano stati posseduti da fantasmi, o erano stati uditi altri canti da parte delle Sirene.
    La sua giacca nera era mollemente abbandonata sullo schienale della sedia dove si era seduta, ed aveva la bacchetta, come al solito, a portata di mano, ben infilata nel fondo della tasca interna del vestito, abbastanza profonda da non rischiare di riscoprirla caduta chissaddove.
    Fu con notevole nonchalance che ignorò i gorgoglii che cominciò ad emettere il suo stomaco.

    “Cosa darei per una bella bistecca al sangue... Con un bel contorno di verdure alla griglia e patatine!”

    Non riuscì ad impedirsi di pensare, alzando per un momento lo sguardo dal libro con fare sognante, salvo poi prontamente riportarlo sulle righe del volumetto che stava leggendo.

    “... Ed una sacrosanta, rinfrescante burrobirra.”

    Il suo stomaco emise un altro gorgoglio.

    “... Anche due.”

    E poi un altro.

    “... Ed un dessert.”

    E poi un altro.

    “Al cioccolato, possibilmente.”

    … E poi un altro.

    “Posso lanciare un Silencio al mio stomaco?”

    Edited by Alyssa - 13/11/2020, 20:07
     
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    Isolde Máiréad Cornwell

    « Coniugata Tisdale - Proud Mama - Ex Tassorosso »

    Le occasioni di trovarsi con Alyssa non erano frequenti, visti gli impegni che entrambe le streghe avevano, ma erano d'accordo di trovarsi ogni qualvolta fosse stato possibile, approfittando di quelle circostanz fortunate che permettevano alle due streghe di ritrovarsi. E quando accadeva, il resto del mondo poteva passare in secondo piano, per Isolde: solo la sua famiglia poteva competere con la sua Alys e solo se erano situazioni serie potevano sperare di batterla.
    Per questo aveva atteso con grande trepidazione la fine di quella giornata lavorativa, che sembrava lunga tre volte il normale, e accolse con grande gioia il rintocco dell'ora di chiusura.
    Salutò gli Olivander, fece indossare il guinzaglio a Tyrion e si avviò allegra oltre la porta, diretta al Paiolo.
    Il suo arrivo al pub fu annunciato dallo scampanellio della campana sulla porta e in men che non si dica riconobbe la chioma bionda della sua amica, come avrebbe riconosciuto una propria gemella.
    In verità, nel tempo i capelli della Ex-Tassorosso si erano scuriti un poco, mentre quelli della ex-Corvonero sembravano addirittura essersi schiariti. Forse era anche la differenza tra i loro lavori: Alyssa a volte aveva modo di muoversi all'aperto, occasione che a Isolde invece mancava, tutto sommato.
    Con un gentile strattone del guinzaglio, invitò Tyrion a proseguire attraverso il dedalo di tavoli e sedie e sgabelli per raggiungere l'altra, ma quando furono abbastanza vicini, fu il cane stesso a riconoscere l'odore che la vecchiaia gli faceva arrivare prima più flebilmente e a m=posare dolcemente in grembo ad Alyssa il suo testone peloso, gli occhioni quasi ciechi alzati come quando era un cucciolo "bisognoso" di coccole, tutto per attirare l'attenzione della sua amica.
    Isolde, che intuendo l'entusiasmo della bestia, lo aveva dolcemente lasciato andare, arrivò alle spalle dei due ed avendo cura di evitare la coda massiccia e folta del mastino, giunse alle spalle dell'Auror, posando a sua volta il proprio mento sulla spalla dell'altra.
    La tattica di Tyrion, in fondo, non era da scartarsi affatto!
    Sei mancata a tutti e due, Aly... furono le prime parole che le disse, inclinando appena la testa verso quella dell'Auror.
    Le stampò un bacio sulla guancia, prima di aggirare il tavolo e sedersi di fronte all'amica.
    Stava per chiederle cosa stesse leggendo, quando percepì un brontolìo e dopo qualche frazione di secondo di interdizione, la realizzazione della sua provenienza le strappò una risata.
    Spero tu non sia così affamata per colpa mia! È da tanto che aspetti?
    Quando finalmente riuscì a pronunciare quelle parole, tese una mano verso l'amica, mentre l'altra afferrava un menù.
    Tyrion, intanto, si era seduto placidamente accanto ad Alys, senza togliere la testa dal grembo della donna.
    Si, era davvero mancata tanto a tutti e due, da quando si erano viste l'ultima volta!


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    Quando sentì il muso adorabile (e decisamente adorato) di Tyrion posarsi nel suo grembo, rimase spiazzata. E lo rimase ancora di più quando sentì, finalmente, la voce ed il mento della sua dolce Izzie andare a poggiarsi delicatamente sulla sua spalla, salvo poi scoccarle un bacio sulla guancia.
    Le sorrise con affetto, gli occhi lievemente lucidi per la commozione: era veramente una donna eccezionale. Ed Alyssa rimpiangeva di non riuscire a vederla, sentirla più spesso. Perché la vita correva così tanto? Quali modi avrebbe potuto trovare per gestirla meglio?
    Accarezzò con delicatezza la testa ed il muso del vecchio cagnone, mentre con la mano libera inviava un bacio all'ex-Tassorosso che si stava sedendo al posto che si trovava davanti a lei.
    Il libro giaceva chiuso, ormai dimenticato sul tavolo. Chi, invece, decise di fare il ficcanaso impertinente, fu (che novità) il suo stomaco.
    Rise alla preoccupazione manifestata da Isolde, per poi risponderle, con un sorriso a trentadue denti:

    << È così intensa la sensazione di averti sempre vicina, che non ho mai l'impressione di starti aspettando. >>

    Era melenso. Parecchio. Ma assolutamente ed indiscutibilmente vero.

    << Sei parte di me. >>

    Non solo della sua storia. Anche, certo. Ma l'intensità del loro rapporto non poteva ridursi alla quantità di ricordi che condividevano.

    << E poi io ho sempre fame, parliamoci chiaro!>>

    Asserì ridendo, per alleggerire la situazione, salvo poi richiamare con il braccio l'attenzione del cameriere che stava passando loro accanto in quel momento.

    << Scusa, giovanotto! >>

    La sua voce squillante sortì l'effetto sperato, ed il cameriere si avvicinò al loro tavolo:

    << Desiderate, signorine? >>

    << Una burrobirra ed una fetta di torta al cioccolato, per favore! E tu, cara? >>

    Concluse, voltandosi verso la sua adorata Izzie.
     
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    Concesse ad una rapida ispezione del locale il tempo minimo necessario, giusto per controllare che il cappotto che si era sfilata e piegato sulla sedia non toccasse terra, così come non doveva fare neppure la borsa (non per questioni di mancanza fiducia verso l'igiene del pub, ma per evitare che si rivelassero un pericolo e un impiccio per i movimenti di chi, tra quei tavoli, doveva sposarsi per necessità) e per notare che, forse complice l'ora non così inoltrata, gli avventori non fossero poi così tanti: meglio, avrebbe passato del tempo tranquillo in compagnia della carissima amica, le cui parole sapeva essere del tutto sincere e perciò la commossero, dipingendo un sorriso pieno di tenerezza sul suo viso.
    Sorriso che divenne più ampio e divertito quando la sentì chiamare il cameriere.
    Il ragazzo, giovane ma probabilmente non alle prime armi, si rivolse a loro con un titolo al suono del quale l'ex-Tassorosso dovette fingere di schiarirsi la gola per non ridere: ormai più vicine ai quaranta che ai trenta, con una buona dose di figlioli sulle spalle - trovava ironico se non proprio esilarante che, fatta eccezione per Ashley, tante fra le sue amiche più strette condividessero con lei il destino di esser genitore di (almeno) una coppia di gemelli... Chissà che magia si era abbattuta su quella generazione così fertile! - "signorine" era un titolo che non sentivano da parecchio, e sebbene fosse carino passare ancora per due ragazze illibate, essere a conoscenza della verità lo rendeva anche divertente.
    Sfruttò gli istanti in cui cercava di tornare padrona di sé, fingendo di scansionare ancora il menù ingiallito e consunto dal tempo e dall'uso, prima di rispondere a entrambi.
    Io vorrei del tè con una fetta di limone, niente latte, e torta al cioccolato anche per me, per favore!
    Con calma, posò il foglio sul tavolo, ben attenta che si adagiasse senza intoppi sulla superficie legnosa e lucida.
    Il ragazzo segnò tutto e le ringraziò, dileguandosi lesto dopo aver recuperato i menù, lasciandole libere di potersi dedicare l'una all'altra.
    Fu allora che si concesse di ridere come una ragazzina, nascondendosi in parte tra le proprie braccia.
    Allora, signorina, che mi racconti di nuovo? I tuoi ragazzi stanno bene? I gemelli come si trovano con le nuove materie?
    Voleva riempirla di domande, sapere tutto quello che dal loro ultimo incontro era rimasto in sospeso.. Ma se avesse chiesto tutto così di getto, sarebbe sembrato un interrogatorio, piuttosto che un piacevole incontro tra due affezionatissime amiche.
    Certo, molte informazioni se le erano scambiate nelle lettere che cercavano di rendere meno lungo il tempo che passavano separate, ma era diverso leggere una parola scritta dal poter vedere come invece il linguaggio non verbale seguiva e segnava i discorsi.
    Concesse all'altra il tempo di rispondere, mentre si tiffava leggermente sotto il livello del tavolo, cercando di richiamare a sé il cane.
    Per tutta risposta, Tyrion si limitò a guardarla con la coda dell'occhio, dando come unico movimento un lento spostamento della coda, che finì raccolta accanto alle zampe.
    Ancora pochi istanti, e l'animale, ancora richiamato silenziosamente, decise di dare proprio le spalle alla sua padrona, senza scollarsi di un millimetro dall'auror.
    Isolde riemerse da sotto al tavolo, senza sapere se essere piccata o divertita dalla presa di posizione - in tutti i sensi - della bestia.
    Se dovesse iniziare a darti fastidio (ultimamente tende a sbavare un po' più del solito, quando sente odore di cibo), non esitare a dirgli di spostarsi! Ha deciso di non ascoltare me, quindi immagino abbia scelto di dar retta solo a te, oggi! sospirò un po' rassegnata, l'espressione leggermente corrucciata e perplessa rivota all'altra, mentre con una mano indicava la posizione del mastino.
    Fu in quell'istante che il cameriere giunse di nuovo da loro, lasciando quanto avevano ordinato.
    La torta strabordava di cioccolato e sembrava deliziosa, ma Isolde fece lo sforzo di trattenersi dall'affondare la forchetta nel dolce prima di Alyssa.
    Buon appetito!, un augurio quasi sussurrato, prima di procedere felicemente a servirsi un pezzetto del dolce squisitamente invitante.

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    Alyssa sorrise al lodevole sforzo che l'ex-Tassorosso fece per non ridere all'appellativo usato dal cameriere. Ed anche con un ancor più lodevole risultato, pergiunta.
    Osservò in egual misura con un sorriso intenerito, l'eleganza e la delicatezza dei gesti della ragazza, visIbili persino nel modo in cui posava un menù sul tavolo: lei, invece, era tutto il contrario, nonostante gli anni l'avessero notevolmente addolcita, e fatto prendere l'abitudine di mantenere, in determinati momenti, la testa sulle spalle.
    Solo in determinati momenti però, eh.
    Quando il giovane cameriere (lui sì che era un signorino!) se ne andò, l'auror poté finalmente sentirsi libera di scoppiare a ridere in contemporanea con la sua amica di sempre e, al “signorina” ripetuto con una notevole dose di ironia da Izzie, rise ancora più forte!

    << A.. aspetta... Oh mio dio... Questa la dovrò raccontare a Leslie! >>

    Nonappena si fu calmata quel che bastava per pronunciare più di una frase di senso compiuto, le rispose con un sorriso entusiasta:

    << Oh, stanno bene! In piena crisi ormonale! Certo, Tyler sta veramente chiamando la strillettera, in quest'ultimo periodo... 3 punizioni in un solo mese! Ed una di queste, causate da una stupida gelosia per una ragazza. E Taylor dovrebbe smetterla di addormentarsi così clamorosamente, e sistematicamente, durante Storia della Magia. Charlie, povera stella, deve studiare molto, ma è già migliorata parecchio con gl'incantesimi non verbali! Ed i tuoi cuccioli? >>

    Quando notò la “lotta” tra la sua Izzie e Tyrion, sorrise divertita. Era abituata allo zoo di cui doveva occuparsi, ormai, per buona parte dell'anno (quando tornava Taylor per le vacanze, se ne occupava lei, ed ogni tanto, Charlie si prendeva cura del più vecchio dei cani, Rufus), a casa. Coccolare Tyrion per tutta la sera non rappresentava neanche lontanamente un fastidio, per lei.

    << Sono abituata agli animaletti che Taylor mi “affida” quando va ad Hogwarts, tranquilla! E poi, resta pur sempre un vecchio amico. Un Gratta e Netta prima di uscire farà miracoli! >>

    Quando il cameriere arrivò con quanto avevano ordinato, il primo istinto di quella golosona di Alyssa fu di avventarsi subito sul dolce.

    << Buon appetito! >>

    … Ma si trattenne giusto in tempo. Prese prima il suo calice di burrobirra, avvicinandolo verso la tazza di thé di Izzie.

    << Cincin, mia cara! A questa serata tra amiche! >>

    Edited by Alyssa - 24/11/2020, 23:17
     
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    Rispose allegramente al brindisi, prima di lasciare che Alys rispondesse alla domanda, mentre lei si concentrava sulla torta.
    Quel dolce davvero soddisfaceva tutte le aspettative: la donna quasi si perse nell'assaporare la consistenza soffice della pasta e quella burrosa ma non eccessivamente pesante della crema che si scioglieva sulla lingua, impastando il boccone di una zuccherosa, amabile impronta.
    Come per magia, quella dolcezza le pervase anche il corpo, facendole rilassare i muscoli al punto che la schiena andò leggermente indietro, contro lo schienale di legno rimasto a sorreggerla, e le palpebre calavno sugli occhi quasi in estasi.
    Morgana testimone, non esiste un'altra torta buona come questa... commentò, seria come la morte, una volta che si fu ripresa: la punta della forchetta faceva da prolungamento delle sue dita, puntando quanto restava della fetta succulenta.
    Scosse un paio di volte, con lentezza, la testa, come a sottoscrivere quelle parole che pure lei stessa aveva pronunciato, mentre si poneva in ascolto delle parole di Alys.
    Figli ribelli, a nessuna delle due era stato risparmiato quel fardello che probabilmente colpiva ogni madre...
    Oh, non parlarmi di punizioni! Vuoi sapere l'ultima che ha combinato Albert? Pare che all'ultima partita di Quidditch, sotto un temporale allucinante, abbia avuto la brillante idea di rubare i vestiti di tutti i giocatori mentre erano sotto le docce. Secondo lui era uno scherzo divertente! Non so ancora cosa abbiano deciso di fare Preside e docenti, ma appena arriva a casa per Natale, gli faccio passare la voglia di avere certe idee. Bucato a mano in acqua fredda finché non tornano a scuola!
    Le sopracciglia aggrottate e un leggero broncio davano a indicare bene come fosse malamente colpita dalla "goliardia" del figlio più giovane.
    Malcontento che sfogò su un pezzo di torta che ridusse quasi a una poltiglia di crema grumosa e inscurita per essere stata mescolata con le briciole cioccolatose.
    Fissò quel lavoro con aria improvvisamente mesta: Albert avrebbe pagato anche lo scotto di quella torta così buona e rovinata? Probabile, ci avrebbe pensato nel giro del mese.
    E poi non mancano le comunicazioni dei suoi comportamenti in classe... Io spero che sia un passaggio adolescenziale del momento, perché Tony ha minacciato (sai che novità) di spedirlo a Durmstrang se non si regola... Come se lui ai tempi fosse stato proprio uno studente modello!
    Per quanto la situazione fosse seria, ricordare le turbe giovanili di suo marito le riportò in viso quel sorriso da ragazzina innamorata che da venticinque anni spuntava (quasi) ogni volta pensasse a Anthony Tisdale o fosse in sua compagnia... E proprio come una ragazzina innamorata, ancora adesso le sue guancie avvampavano di rosso intorno a quel sorriso.
    Quattro figli, diciassette anni di matrimonio, e lei ancora non aveva superato quella fase idilliaca del primo batticuore.
    Non che Tony fosse stato esattamente la sua prima cotta - appena iniziata Hogwarts si era presa una innocentissima cotta per un concasata più grande, senza mai confessarsi, figurarsi esserne ricambiata - ma l'ex Grifondoro era stato il suo primo vero amore e finora l'unico, almeno in quel senso: nessun amore, per Isolde, avrebbe retto il confronto con quello per i suoi figli (di sangue e no).
    Ne era stata una prova proprio la sua testarda perseveranza nel volersi occupare anche dei gemelli Lewis, quando tutti gli altri avevano provato a dissuaderla.
    Non aveva ascoltato nessuno, agendo di testa (o meglio di cuore) propria, ponendo la situazione in aut-aut: "O teniamo anche questi, o me ne vado con tutti loro. Compresi i quattro che già ho."
    Isolde Cornwell era una persona conciliante, di norma, finché non si trattava delle fondamenta, del cardine della sua persona, ovvero la sua lealtà.
    Aveva scambiato una promessa e niente al mondo l'avrebbe fatta retrocedere, se non la morte. Grazie al cielo, Tony aveva capito e, con il tempo, era arrivato a sostenerla, legandosi a quei due bambini come ai suoi.
    Si rese conto di aver mantenuto il silenzio per un tempo considerevole e alzando gli occhi al cielo per un secondo dopo quel momento di isolamento, provvide subito a scusarsi con la sua amica.
    Al momento, le uniche che non mi danno pensiero, oltre ad Alan (ma lui è un caso a parte), sono Grace e Autumn. La piccola mi pare si stia finalmente integrando nel contesto di Serpeverde, ma non sta perdendo il suo spirito. Grace è... Sempre Grace, ma so che lei ha la forza di una vera leonessa e una mente tanto brillante quanto esplosiva. A differenza di Amelia. Anche se ora che le hanno dato la spilla da Prefetta, sembra essersi quietata un po'... Mi chiedo quanto possa durare...
    Le due ragazze erano simili, ma per quanto Grace fosse vivace rimaneva in qualche modo in grado di porsi dei freni, sicché le sue disavventure non erano mai eccessivamente compromettenti.
    L'altra, invece, era un vulcano senza controllo, o almeno lo era stato prima di essere insignita di una carica di cui (per giunta) si era lamentata tutta l'estate, come se fosse la peggior catastrofe capitatale.
    Quest'anno sono in quattro ad avere i G.U.F.O. e giuro che mi sembra di doverli fare io al posto loro, da quanto sono in ansia! Studiano abbastanza? Mangiano abbastanza? Si ricordano ogni tanto di mettere da parte i libri, ma non troppo perché non sono esami da prendere sotto gamba, comunque... Insomma, siamo al terzo mese di scuola e io sto già perdendo i capelli preoccupandomi di niente!
    Tutto il discorso lo aveva fatto continuando a sbocconcellare la torta, accompagnando ogni tanto le piccole porzioni con sorsi dell'ottimo tè.
    Sono pazza, vero? una mano sulla fronte, l'espressione che sembrava mista di ilarità e vera ansia, mentre attendeva una conferma della diagnosi dall'amica carissima.

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  7. Alyssa
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    Si avventò sulla torta, cominciando a mangiarla come se quello dovesse essere il suo ultimo pasto, annuendo con vigore alle parole che Isolde pronunciò su di essa. Decisamente, migliori non ve ne erano!
    Chiuse gl’occhi mentre gustava il primo boccone, ma poi li riaprì, sentiva che Izzie aveva un chiaro bisogno di sfogarsi.
    Lasciò quindi completamente perdere il dolce che si trovava davanti a lei, osservando, invece, come la sua amica stava cominciando a ridurre in poltiglia il proprio.
    Decise, stranamente, di rimanere in silenzio.
    Non commentò nessuna delle parti dello sfogo di quella mamma all’orlo dello sfinimento e della crisi di nervi (entrambi più che giustificati, a suo umile avviso: già con tre figli lei, spesso e volentieri, sentiva di essere lì, lì per perdere il senno! - il poco che era riuscita a guadagnarsi nel tempo, s’intende), lasciandola libera di riversare tutto il suo fiume di preoccupazioni, d’irritazione, di stanchezza e di costernazione su di lei, senz’alcun tipo di giudizio o inutile consiglio.
    Sorrise, invece, sinceramente intenerita al vederla ancora così imperterritamente innamorata di Anthony, esattamente come ai tempi in cui andavano ad Hogwarts.
    Era una cosa bellissima, che la riportava ad anni lontani, ad avvenimenti che l'avevano marcata, a persone che avrebbe portato nel suo cuore per sempre; che avevano avuto molto a che vedere con la formazione della donna, della moglie, della madre e dell’auror che era diventata.
    Lavorava molto, ma aveva imparato a saper dire (soprattutto a se stessa) “Stop!” quando si trattava del benessere della sua famiglia. In particolar modo dei suoi figli, i raggi di sole della sua esistenza.
    La stanchezza fisica e mentale che si era impadronita di lei non era minimamente paragonabile ad ogni nuova luce che si era accesa nei suoi occhi alla nascita di ognuno dei suoi figli.
    Quelli capaci di farla ammattire oltre ogni dire, ma anche quelli in grado di farla sentire subito dopo come la madre più orgogliosa e fortunata del mondo.
    Li amava.
    Niente e nessuno l’avrebbe mai fermata dallo stritolarli, dal baciarli sulle guance e sulla fronte in pubblico, dal prenderli in giro, dallo scherzare e giocare con loro, dall’insegnar loro quante più cose possibili, dall’aiutarli più di quanto potesse essere effettivamente nelle sue possibilità ed in suo potere e, sì, anche dallo sgridarli, dallo strigliarli a dovere quando si trattava di faccende gravi, dal punirli quando lo riteneva opportuno e necessario, dal preoccuparsi per loro, dal lasciarli liberi di vivere quante più esperienze di vita possibili nonostante tutto…
    Semplicemente, dall’amarli.
    Immensamente, infinitamente. Anche oltre la morte.
    Riuscì quindi ad empatizzare molto con l’amica di sempre e, seppur (probabilmente) solo in minima parte, anche a capirla.
    E, decisamente, dubitava che bacchettarla o esordire con chissà quale mirabolante teoria sulla pedagogia o su chissà quali soluzioni miracolose e standardizzate, fosse quello di cui lei aveva effettivamente bisogno.
    Fu così che, quando Isolde terminò di parlare, Alyssa accarezzò la testa di Tyrion, spostandola con delicata fermezza via dal suo grembo, ma lasciandola soltanto quando la sentì saldamente mantenuta verso l’alto dal cane stesso, e gli sorrise dolcemente.
    Poi, si diresse verso la sua amica dai tempi della scuola e, togliendole con tenerezza la forchetta dalla mano, gliele afferrò entrambe con le proprie, tirandola verso l’alto per poterla abbracciare.

    << È falso. >>

    Le lasciò una delicata carezza sui capelli.

    << Sei una mamma grandiosa >>

    Esclamò, sinceramente orgogliosa di lei, scoccando un rumoroso bacio sulla chioma dell’amica.

    << Una donna che stimo moltissimo, e a cui voglio un bene sincero >>

    Concluse dolcemente, salvo poi cercare di sciogliere l’atmosfera con una battuta certamente non granché originale ma che, in fondo, poteva definirsi una battuta soltanto fino ad un certo punto.

    << E poi, se permetti, credo che il primato della pazzia me lo sia ampiamente meritato io! >>

    Ne aveva fatte, di marachelle e di cavolate, in tutti quegl'anni!
     
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    Fu probabilmente la rottura di quella tensione accumulata a trasformare la sua vaga, fragile ed apparente ilarità, a farla scoppiare in lacrime nel momento esatto in cui Alyssa la sollevò dalla sedia e la abbracciò, con quelle parole di conforto che nemmeno la ex-Tassorosso sapeva di aver bisogno di sentire.
    Per quanto amasse i propri figli, tutti senza eccezioni o riserve, il timore di non essere abbastanza, di non poter essere sufficiente o peggio essere anche di troppo con le sue preoccupazioni e le sue attenzioni era sempre costante e devastante.
    Un nodo alla gola che la donna cercava perennemente di amndare giù, di nascondere, di sciogliere cambiando i propri atteggiamenti, salvo poi ricadere sempre in quello che alla fine era il suo carattere.
    E forse l'auror parlava per amicizia, forse solo perché, madre anche lei, dava a entrambe un'assoluzione di parte... Ma fu così bello sentirsi avvolgere in quell'abbraccio che sapeva di madre e di sorella, che fu come se, cingendola con le braccia, allo stesso tempo le sollevasse via un peso terribile dalle spalle.
    Con quella nuova leggerezza - che sapeva non sarebbe durata per sempre, ma per il momento era quanto bastava - Isolde rispose ridendo alla prelazione dell'altra.
    Oh, mia cara! Sai benissimo che ce lo siamo sempre conteso duramente, questo primato! Non vedo perché non dovremmo dividerlo anche adesso!
    E l'abbracciò di rimando, forse con la stessa carica emotiva, forse in modo diverso ma sempre ugualmente pieno di quell'amore che le univa dal primo momento, tanti anni addietro.
    Si presero tutto il tempo che poteva servire, secondo loro, per trasmettersi in quel contatto tutto ciò che le parole non potevano esprimere.
    La verità, alla fine, era sempre quella, per loro due:
    CITAZIONE

    "Amicizia" è trovare qualcuno e dire:
    "Come? Anche tu? Credevo di essere l'unico!"


    Le due donne erano sempre state così in sintonia da potersi veramente riconoscere l'una nell'altra, nonostante strade diverse, i tempi, la vita... Non ci sarebbe mai stato un momento, nemmeno uno solo, in cui tra di loro non si sarebbero comprese pienamente senza dover ricorrere alle parole.
    Quell'abbraccio lo dimostrava, ancora una volta.
    E quando si sciolse e la maggiore l'asciò che l'altra tornasse a sedersi, ognuna di nuovo a fare i conti con il proprio dolce, erano entrambe diverse da poco prima.
    In qualche bizzarro modo, più intere e complete rispetto a come erano nel momento in cui avevano varcato la soglia di quel locale, preso posto a quel tavolo e persino ordinato la merenda.
    In quell'abbraccio, si erano scambiate ciò di cui avevano bisogno, semplicemente.
    Allora... Adesso raccontami di questa ragazza per cui Ty si sarebbe messo nei guai, voglio sapere tutto! Altrimenti sappi che sguinzaglierò i miei segugi e troverò tutte le informazioni per conto mio!
    La forchetta puntata verso l'amica e lo sguardo che non ammetteva rifiuti, con quella luce malandrina che le era tornata negli occhi, finalmente, Isolde ricorse per scherzo alla possibilità di mettere alle calcagna del "cuginetto onorario" le sue "spie" di fiducia...



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  9. Alyssa
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    La donna, al sentir l’amica scoppiare a piangere e a ridere insieme, la strinse a sé, cercando di farle capire come poteva che lei ci sarebbe stata, se ciò fosse stato quello che avesse voluto anche lei.
    Erano diverse, ma erano entrambe delle mamme con i loro timori e continui ripensamenti sul loro “operato”.
    Alyssa continuava ad avere qualche problemino, con le sue famose manie di eroismo, ma aveva finito con l’accettare, parzialmente, di non essere nessuno né per assolvere, né per condannare. Di una cosa, come mamma, poteva essere sicura: non si nasceva imparati. E di un’altra, era ancora più sicura: la sua Izzie era una mamma fantasmagorica. Senza se e senza ma. Quando l’Ex-Tassorosso disse di esserselo conteso con lei da sempre, il primato della pazzia, scosse con decisione la testa:

    « Ho pur sempre richiesto ai Centauri di unirmi a loro, quando c’era Riddle come Preside di Hogwarts! »

    Le ricordò, facendole un occhiolino giocoso. Decisamente… Ne aveva fatte, di cavolate senza molto senso. Ne aveva fatte! Ma tutte con il cuore. Quello, ce l’aveva messo sempre tutto, insieme alla sua onestà ed alla sua spontaneità.

    « Ma accetto di condividerlo con te perché, con te, le cose diventano sempre più belle e divertenti! »

    Aggiunse con un sorriso. Per loro ritrovarsi risultava sempre essere così inatteso, naturale e voluto insieme. Non importava quanto tempo sarebbe passato, durante il loro cammino: avrebbero sempre avuto il pensiero dell’altra a far loro compagnia, in qualche modo.
    Quando Izzie sciolse l’abbraccio, ed Alys tornò a sedersi al suo posto, la bionda auror rise di cuore alla domanda che la zietta acquisita dei suoi figli le pose sulla cotta di Tyler. Non si sorprese minimamente del fatto che ne sapesse già qualcosa: lei e le sue solidissime fonti! Cominciò subito a raccontare, non senza condire il tutto con svariate battute delle sue. Il resto del tempo passò volando, e quando arrivò per entrambe il momento di tornare a casa, Alyssa disse di avere un urgente bisogno di andare in bagno, e pagò per entrambe. Quando l’amica si accorse del suo “tiro mancino”, l’Ex-Corvonero le dedicò una giocosa linguaccia, salvo poi afferrarla naturalmente per mano prima di uscire, entrambe già con il cappotto e tutte le loro cose, ed Izzie, ovviamente, con il dolcissimo cagnetto al guinzaglio.
    Si salutarono con un altro abbraccio, salvo poi fare ritorno ognuna dalle rispettive famiglie. Con dentro la serenità, il sentimento di pienezza e quello d'interezza che solo le amicizie più sincere e profonde sono realmente in grado di donare.

    //Chiusa//
     
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