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Sophie aveva pianto per buona parte del viaggio in treno, e ora era in attesa di entrare in Sala Grande con gli occhi ancora arrossati. Era la prima volta in vita sua che stava lontano da casa per mesi, e la cosa le pareva, per il momento, insopportabile. Oltretutto era una nata babbana e, fino a un mese prima, neanche sapeva cosa fosse Hogwarts e che esistesse la magia. Certo, era stata una piacevole rivelazione per tutta la famiglia, ma la parte dove doveva vivere lontano da casa nove mesi l'anno non le andava proprio a genio. Era sempre stata una bambina particolare, perciò le risultava difficile farsi degli amici, e aveva il terrore che sarebbe rimasta sempre da sola. Nelle scuole babbane era sempre stata presa in giro dagli altri bambini e questo l'aveva resa insicura, anche se in realtà era una bambina molto sveglia e intelligente. La professoressa, che prima si era presentata come Strasmore aprì la porta lasciandoli entrare in Sala Grande. Sophie si senti sopraffatta da tanta bellezza. La volta stellata le fece ripensare a tutte le serata passate in campeggio coi suoi a guardare le stelle e le diede un po' di conforto, anche se avere così tanti occhi puntati addosso la metteva a dir poco in soggezione. Man mano che i suoi compagni venivano chiamati per essere smistati in casate dai nomi improbabili di cui non capiva niente, lei si guardava attorno, curiosa e impaurita. Ogni volta che una tavolata sentiva chiamare il nome della propria casata, si mettevano a fischiare per acclamare il nuovo membro. Sophie non aveva mai visto un cameratismo così, e le fece ben sperare. Improvvisamente, prima che se me rendesse conto, arrivò il suo turno. Sophie Thompson. Sophie fece un respiro profondo, e s'incamminò verso il capello, mentre le gambe le tremavano di paura. Il silenzio la mise a disagio, ma ce la poteva fare, si autorassicurò. Se non puoi vincere la paura, non vuol dire che non sei coraggioso. Si sedette di fronte a tutti e la professoressa le appoggiò il cappello sulla testa, spettinandole i capelli. Cosa abbiamo qui? sussurrò una voce e Sophie si accorse con stupore che era il cappello a parlarle. C-ciao, bisbigliò sorpresa. Oh, è tutto nuovo per te, vero? intuì l'oggetto magico, vedrai che andrà tutto bene, le casate sono come grandi famiglie, le spiegò. È quello che spero, sospirò la piccola, non voglio sentirmi sola o fuori posto mai più. Bene, allora ho io la casa che fa per te, le promise il cappello e si preparò a enunciare la casata che sarebbe stata la sua famiglia per i prossimi sette anni.
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