Outnumbered, outplanned

Il Paiolo Magico - Noah&Chris

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    Finalmente l'aria fresca di Londra era tornata ad accarezzargli il viso, dopo un viaggio al di sotto dell'equatore di qualche giorno. Era tornato martedì, ma a quanto pare c'erano stati dei problemi alla sicurezza della comunità magica della Gran Bretagna ed era quindi rimasto ad attendere la possibilità di rientrare in paese per qualche ora in più rispetto al solito. I controlli erano durati minuti eterni e lui avrebbe solo voluto tornare a casa. Quando finalmente all'una di notte lo lasciarono raggiungere casa sua, Noah era sfinito oltre che preoccupato, così per la mattina dopo mandò velocemente un gufo sia a Chris che a Steve per vedersi il prima possibile. Il primo libero fu il Veterimago che subito invitò ad incontrarsi al Paiolo Magico quella mattina. Quel locale sarebbe stato sicuramente un po' meno affollato che nel pomeriggio, sembrava un posto perfetto dove incontrarsi e appartarsi sperando di non attirare troppo l'attenzione. Noah attraversò Charing Cross Road e si diresse direttamente all'interno del locale, attraversando tutta la stanza e salutando il proprietario prima di scambiarci qualche parola e poi dirigersi ad uno dei tavoli più lontani e attaccato al muro. Avrebbe dovuto avere tutta la sala sott'occhio e sarebbero rimasti lontani da orecchie indiscrete. Non ordinò nulla e rimase ad attendere lì seduto, con le mani incrociate e lo sguardo perso nel vuoto. Non appena l'ex Corvonero fece il suo ingresso, immediatamente Noah si alzò con un sorriso per accoglierlo con un abbraccio.
    - Carissimo! -
    Lo strinse prima di battergli una mano sulla spalla e guardarlo in tutto il suo splendore. A Noah straniva sempre come tutti loro da piccoli fossero in assoluto dei piccoli brutti anatroccoli e di come poi, crescendo, avessero avuto la fortuna di trasformarsi in ragazzi di bell'aspetto. Anche se avrebbe sempre detto che il più bello restava solo lui!
    - Sei cresciuto ancora di più in questi sei giorni? -
    Lo prese in giro prima di tornare a sedersi ed indicargli il posto con la mano.
    - Mi spieghi cosa diavolo avete combinato qua mentre ero via? -
    Chiese subito, con un'espressione seria e cupa. Aveva cercato di recuperare gli articoli dei giornali in giro, ma sicuramente raccontato da qualcuno che aveva seguito le vicende - o che aveva assistito a qualcosa - sarebbe stata tutt'altra cosa.

    #C0B6AF Parlato #03223A Pensato

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    Edited by Lishers - 6/4/2021, 11:37
     
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    Era contento che Noah fosse tornato, la fine della giornata, senza di lui, sembrava più cupa. Era legato all'ex Corvonero fin dai tempi di Hogwarts, loro due e Steve erano praticamente cresciuti insieme e non ricordava un solo giorno in cui erano stati separati. Da quando avevano lasciato Hogwarts avevano preso l'abitudine di ritrovarsi durante i weekend e quando erano approdati nel mondo del lavoro, almeno lui e Noah erano capaci di ritagliarsi anche solo venti minuti una volta staccato dal lavoro ed era proprio per quello che, quando il Corvonero partiva, si ritrovava a sentire la mancanza dell'amico. Strinse a sua volta l'uomo, ridendo alla sua battuta.
    - Sono come le piante, cresco sempre soprattutto se annaffiato dal surf!-
    E per il surf stava avendo davvero poco tempo in quel periodo. Con tutti gli avvenimenti accaduti e con Nihal che aveva appena partorito non aveva avuto modo di muoversi, teneva sempre sotto controllo Ashley e Nihal e si assicuravano a turno che nessuna delle due agisse d'impulso. Per loro fortuna, Steve era in quasi tutti i turni con la medimaga e Chris cercava di coprire le sere in cui Alexander era chiamato di turno notturno per tenere compagnia all'Auror.
    Prese posto al tavolo ed attivò un Muffliato non verbale alla domanda dell'amico, era meglio tenersi lontano da qualsiasi orecchio indiscreto. Ricordava perfettamente quante volte lo avevano utilizzato in tempi passati, era probabilmente uno degli incantesimi più utili che - al di fuori di quelli lavorativi - gli servivano nella vita di tutti i giorni.
    - Vorrei poterti dire che lo abbiamo combinato noi... ma, in sostanza, mentre eri via hanno evocato il Marchio Nero ad Hogwarts. Eravamo a fare orientamento lì ai ragazzi quando Lucian ha trovato una ragazzina di nome Holly Holst con inciso il simbolo sul corpo, in una pozza di sangue e una scritta con lo stesso sangue, sulle porte della Sala Grande, che recitava: siamo tornati.-
    Si prese una pausa mentre diceva comunque quelle cose a voce bassa, nonostante l'incantesimo voleva essere sicuro che nessuno lì attorno ascoltasse ciò che avevano da dire.
    - Gli attacchi sono sempre più frequenti... e noi non abbiamo la più pallida idea di cosa stia succedendo. Nemmeno Sissi, Darren e Tony o Alexander e Verity, riescono a darci una risposta, nonostante siano ai piani alti, insomma.-
    La situazione era molto più complessa di quello che si prospettava e lui lo poteva scorgere dal viso di Nihal, di come tutte le notti la vedeva farsi una tisana sia perché i bambini la stancavano fisicamente, sia per le preoccupazioni legate alla situazione e ai ragazzi lì fuori, senza di lei, specialmente suo marito. Alzò lo sguardo all'amico.
    - La verità è che stiamo brancolando nel buio.-
    La sensazione era quella di anni ed anni addietro, quella della terribile battaglia di Hogwarts che aveva segnato tutti loro nel profondo. Dal racconto di Lucian le urla della Grifondoro erano state strazianti. Era preoccupato, glielo si poteva leggere in viso e soprattutto Noah e Steve sapevano riconoscere quanto Chris fosse preoccupato per una determinata serie di eventi.



    ~ PARLATO: #0b3b74
    ~ PENSATO: #68809e

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    Rise alla battuta dell'amico prima di risedersi al tavolo e riprendere un discorso che sperava di non dover riprendere più. Dopo l'attacco di Ashley era stata solo una questione di tempo affinché quei bastardi tornassero con nuove minacce e nuovi attacchi, solo Noah aveva sperato che lo facessero mentre lui fosse ancora in Inghilterra e non proprio quando era stato mandato ad Istambul per un congresso. Rientrato in Gran Bretagna era stato bloccato al confine, con i soliti modi gentili dei maghi ai controlli e solo una volta tornato a casa era riuscito a scrivere ai compagni e ai colleghi per farsi aggiornare. Il quadro che ne era venuto fuori non fu uno dei più rosei, a quanto pare: attacchi sparsi tra Londra e altri paesi vicini in aperta campagna, uno alla scuola di Hogwarts e altri solo Merlino sapeva dove. Merchi neri ormai come se piovesse. Qualcosa si era smosso e pure di brutto. Ascoltò le parole di Chris con i gomiti piantati sul tavolo e le mani incrociate tra loro, con la bocca appoggiata sulle dita strette.
    - Lo sapevo che avrei dovuto rifiutare quel viaggio e accettare l'orientamento. -
    Commentò quasi di più tra sé e sé, che con Chris. Quando gli arrivò la lettera per partecipare alla settimana orientativa ad Hogwarts, Noah aveva rifiutato con riluttanza. Quanto sarebbe stato interessante e stimolante convincere dei ragazzini a fare uno stage al Ministero? Quel posto puzzava incredibilmente di vecchio e stantio, ci sarebbe stato proprio bisogno di anime giovani e fresche per rivitalizzare un po' l'ambiente. Magari, perché no, avrebbero anche portato nuove idee, nuovi punti di vista come base per nuovi cambiamenti.
    - Povera ragazzina, questi sono segni che si porterà per tutta la vita. È stata portata al San Mungo e interrogata? -
    Domandò, sorvolando sul modo in cui fosse stata trovata. Tremendo. Una vera e propria scena raccapricciante, proprio come piaceva a quei bastardi che ti fottevano il cervello con il panico e il caos, pur di trovare una crepa nel muro e fare il loro ingresso trionfale. Erano tornati, certo, o almeno ci stavano provando in grande stile.
    - Quei figli di puttana, come al solito arrivano quando cominciamo ad abbassare la guardia e a goderci la vita. -
    Avrebbero rovinato la vita ad altre persone - altri ragazzini - se fosse stato loro concesso uno spazio per attaccare. Il problema però erano le ultime parole del suo amico: loro brancolavano nel buio. Al solito erano sempre un passo avanti e loro dovevano lanciarsi alla rincorsa per tappare i buchi, quando ce n'erano.
    - Non oso immaginare cosa voglia dire per un Auror non avere idea di cosa stia succedendo. -
    Era strano dover immaginare Sissi in una tale situazione, probabilmente sarebbe impazzita. Per non parlare di Nihal, costretta a casa con i figli proprio in un momento così delicato per il mondo magico. Noah la immaginava a casa a dare ripetutamente testate al muro, proprio come avrebbe fatto lui a parti invertite.
    - Quindi ancora non vi siete incontrati per discutere sul da farsi? Io sicuramente da oggi terrò le orecchie più aperte al Ministero e fuori. Merlino solo sa come vedono i Mangiamorte all'estero. Se cominciano ad imitarli fuori dai confini della Gran Bretagna, altro che ODF. -
    Commentò lapidario. Sarebbe stato un macello non indifferente, ecco perché in realtà il Ministro aveva sempre cercato di insabbiare tutto o tenere a bada i giornali e le notizie, esattamente per quel motivo. Se fosse accaduto di nuovo, sarebbe andata allo stesso identico modo.

    #C0B6AF Parlato #03223A Pensato

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    L'attacco alla Grifondoro gli aveva riportato alla mente quella dannata battaglia, gente dissanguata per terra, i suoi fratelli inermi... urla disperate e pianti. Scosse il capo, lasciando scivolare quella sensazione terribile che per anni lo aveva accompagnato negli incubi notturni. Essere adulti comportava assicurarsi che fossero i più piccoli a non subìre determinati traumi, significava doversi mettere in gioco ancora una volta e correre il rischio di provare nuovamente lo stesso dolore. Tutti loro portavano addosso e dentro, i segni di una battaglia dolorosa, segni che non solo non avrebbero potuto cancellare ma che tornavano ad essere vivi e cocenti ogni qual volta accadeva qualcosa di brutto.
    - Non è stata portata al San Mungo ma nell'Infermeria della scuola... interrogata sì, beh... ha solamente detto che era una Mangiamorte ma non ricordava molto dell'accaduto.-
    Sfidava a ricordare dopo aver perso fiotti di sangue. Aveva descritto con precisione il dolore e l'incisione che le aveva fatto sul corpo e riportò tutto all'amico nel dettaglio.
    - Non lo so nemmeno io, Nò, ma sarò sincero... se penso all'impotenza che abbiamo provato ad Hogwarts negli anni bui, non posso nemmeno immaginare un Auror nella situazione di Nihal come si possa sentire. Non mi sorprenderei se distruggesse qualcosa come un drago impazzito. -
    E Nihal ne sarebbe stata capace, lo sapevano tutti. Sospirò lasciando ricadere la testa all'indietro per una frazione di secondo, fissando il soffitto, prima di tornare con lo sguardo serio sull'amico di fronte a sé.
    - No, ancora niente riunioni, tra Nihal ed Alex con i bambini e gli altri che sembrano persi in altro, piuttosto che pensare alle cose serie...Insomma, riunirei più la famiglia Tisdale e gli Hummels che gli altri, detto francamente.-
    Si era un po' allontanato dal gruppo solito, si era ritrovato abbastanza stranito dal loro stile di vita. Gli ultimi eventi per lui erano così seri da non riuscire a pensare ad altre cose, per cui aveva preferito allentare un po' la presa.


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    Per nessuno era stato semplice farsi una vita dopo quegli anni bui con i Mangiamorte al controllo e per nessuno sarebbe stato semplice accettare che stessero ritornando. Per quanto fosse ormai una notizia sentita e risentita, c'era una parte di Noah che faticava a comprenderla, a metabolizzarla, come se fosse una delle tante parole dette sui giornali alla quale non prestare la minima attenzione. 'Mangiamorte' e finiva lì. Non c'era pericolo, non c'era paura, non c'era anticipazione. Ed era strano, una sorta di negazione nella quale era immerso. O almeno lo era stato, finché non aveva saputo dell'attacco a scuola e di quella povera ragazzina coinvolta. Per lui era stata come una doccia fredda ed essere stato bloccato al confine aveva solo aiutato a confermare quella nuova realtà che si stava pian piano costruendo intorno a lui. Quanto tempo mancava prima che le cose potessero sfuggire seriamente di mano? Sospirò sfregando le mani tra loro, mentre Chris spiegava come fossero andate le cose.
    - Immagino. -
    Come avrebbe mai potuto ricordare chissà cosa, visto il momento di panico che aveva vissuto? Probabilmente quell'istante avrebbe tormentato la sua vita da quel momento in poi. Era terribile e loro lo sapevano benissimo, pensare che fosse stato lo stesso destino di un'altra ragazzina era incredibile. Alla fine degli anni novanta non sarebbe mai dovuta essere possibile una cosa del genere ormai, e invece. Proprio per quello riusciva perfettamente a comprendere il discorso di Chris legato a Nihal, povera auror lasciata a casa con due gemelli.
    - Come ci sentivamo impotenti dentro il castello è esattamente come ci si sente impotenti fuori, in momenti del genere. Ancora mi chiedo come facciano i genitori a non decidere di ritirare da scuola i propri figli. -
    Quella era una domanda sincera. Certo, nessuno avrebbe dovuto cedere al panico generale, ma Noah, se fosse stato padre con un vissuto come il suo, probabilmente la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stato ritirare i propri figli da scuola oppure pretendere una lettera quasi ogni giorno. Sarebbe stato troppo? Forse, ma non avrebbe saputo farne a meno. Quando l'ex Corvonero cambiò tono nel parlare della riunione dell'ODF, Noah assottigliò lo sguardo, un po' confuso.
    - In altro cioè? -
    Tra tutte le persone più impegnate a cui lui avrebbe potuto pensare, c'era proprio la famiglia degli Hummles. Due gemelli non erano una cosa da niente e chiedere a loro di fare un incontro forse sarebbe stato troppo, ma se Chris aveva quell'impressione allora doveva avere le sue motivazioni.
    - Qualsiasi cosa abbiano in mente in questo periodo, vedrai che saranno capaci di mettere tutto da parte e concentrarsi su questa emergenza! -


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    Non sapeva dire nemmeno lui come mai non ritirassero i figli da Hogwarts, forse perché pensavano fosse un posto più sicuro di casa propria, forse perché non tutti i genitori babbani sapevano cosa stesse succedendo ad Hogwarts e se anche lo avessero saputo...non li avrebbero comunque condannati a morte levandoli da scuola, svelando la loro natura? Si portò una mano alla tempia, guardando Noah.
    - Non so se fossi un genitore cosa farei... tenerli a casa non è più sicuro di tenerli ad Hogwarts, sarebbe una sfida non indifferente, specialmente se sei natobabbano o mezzosangue, sarebbero capaci di seguire tuo figlio e uccidere tutta la famiglia.-
    Sospirò preoccupato convinto sempre più di non volere figli, dopo la morte dei suoi fratelli aveva visto crollare a pezzi i suoi genitori e non sarebbe mai riuscito a sopportare un dolore così grande. Alzò le iridi azzurre sul viso di Noha, a quella domanda, e scosse il capo.
    - Sono tornati ai tempi dell'adolescenza, pensano solo a divertirsi, a scopare tra loro, onestamente non li sto capendo più e ho preferito prendere un po' le distanze. Ogni tanto esco con loro ma per il resto del tempo mi organizzo per fatti miei, preferisco decisamente aiutare Alexander e Nihal.-
    Il che era tutto dire, considerando che si aveva a che fare con due bambini minuscoli che non avevano la possibilità di parlare e che cercavano di farsi capire con urletti, anche se doveva ammetterlo, i bambini degli Hummels erano così buoni e così sereni che non era affatto un peso coccolarli e cullarli. Si perse con lo sguardo al pensiero di quei visi rosei e dolcissimi, tornando a dare attenzione al suo amico.
    - Sicuramente a breve ci sarà una riunione e dovranno stare attenti, se fanno i coglioni anche lì veramente poi alzo le mani. Quello che ti posso dire è che ultimamente non ho più piacere a frequentarli assiduamente.-
    Aveva un tono quasi rassegnato, Chris non era proprio quella persona che non ti dava modo di capire o non ti diceva sinceramente cosa pensasse, nonostante fosse molto cordiale ed accomodante ed usasse sempre i toni giusti. Si passò una mano tra i capelli biondi pensando che, tra tutti, Harry Holmes a malapena diciassettenne, fosse più maturo di loro per quel poco che si erano parlati.



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    Era strano. Era strano immaginarsi genitori in apprensione così com'era strano ricordarsi figli in balia di un pericolo fin troppo grande anche solo per essere compreso, figurarsi sconfiggerlo. All'alba dei suoi trent'anni, Noah si era detto di non darsi fretta, di lasciare da parte quel ticchettio dell'orologio biologico che ogni giorno ricorda quanto si rischia di allontanarsi dall'età media per mettere su famiglia. Non sarebbe mai potuta essere una cosa che valeva anche per lui, che si ritrovava ad amare entrambi i sessi indistintamente, seppur con una preferenza per il gentil sesso. Se avesse trovato un compagno per la vita, a quel punto sarebbe stato inutile scervellarsi per pensare di dover seguire l'orologio biologico di qualcuno. In ogni caso, trovata persona della vita o no, per lui sarebbe stato impensabile decidere di mettere al mondo un figlio in quelle condizioni. Forse era precauzione o paura, ma in ogni caso avrebbe evitato. Cosa avrebbe fatto a trovarsi nella stessa situazione di Nihal in un periodo tanto precario? E se quello era solo l'inizio di tutto e le cose fossero andate peggiorando? Una cosa era preoccuparsi solo per se stesso e per la propria vita - che comunque sarebbe potuta facilmente passare in secondo piano in caso di pericolo per qualcuno dell'ODF - e un'altra cosa era avere una famiglia sulle spalle. Piccoli umani che dipendono dalla vita o dalla morte dei propri genitori. Chris aveva ragione, in entrambi i casi era un pericolo e lui non sarebbe mai stato in grado di prendere una decisione del genere. Arricciò le labbra senza rispondere a quella prima riflessione, contrariato da tutta quella situazione così complessa.
    - A scopare tra loro? -
    Gli fece eco, con l'espressione confusa ma divertita. Conosceva bene i suoi amici - Steve in particolare! - per immaginare anche solo a cosa si stesse riferendo il Veterimago, eppure dopo le ultime vicissitudini gli era sembrato di aver capito ben altro. Che finalmente si fosse ripreso cura del proprio corpo e fosse tornato sulla piazza? Certo quel 'tra loro' non prometteva niente di buono. Che Irene fosse di nuovo...? Scosse la testa per eliminare qualsiasi immagine dalla mente.
    - Oh suvvia, ammetti che preferisci i bambini! -
    Disse scherzando, colpendogli il braccio appena con il proprio gomito e un sorriso sulle labbra. Per Noah, Chris era sempre stato una persona particolarmente portata con i piccoli umani, a differenza sua. Forse perché lo vedeva come si comportava con le Creature Magiche e tanto bastava ad immaginare quella premura e quell'attenzione rivolta anche ai bambini. Non era un'immagine tanto impossibile da mettere insieme, anzi.
    - Devo assolutamente passare anche io a trovarli. Magari un giorno di questi ci andiamo insieme? Voglio proprio vederti con uno di quelli in braccio. -
    Sarebbe stata una visione divertente sicuramente, ma al tempo stesso anche dolce, ne era sicuro. Lui non aveva nessuna intenzione di andare lì per coccolarne uno dei due, piuttosto per vedere e controllare che i neo genitori fossero ancora tutti interi e se avessero bisogno di una mano ulteriore, oltre a quella di Chris. Quello poteva farlo. Alle parole del Veterimago che seguirono, Noah si lasciò uscire un fischio dalle labbra, assottigliando anche lo sguardo.
    - Qualcuno dev'essersi arrabbiato parecchio. -
    Commentò a metà tra il divertito e il preoccupato. Che fosse successo qualcosa tra loro di cui non era al corrente? Era sempre imbarazzante per lui quando accadeva, perché da brava bilancia provava sempre a trovare il punto d'incontro, l'equilibrio perso, un terreno comune per un dialogo, cosa che non sempre veniva compresa né condivisa dagli altri, anzi, spesso e volentieri veniva presa come una mancanza di presa di posizione, costringendolo a passare per un ignavo quando non lo era.
    - Facciamo così: io ti offro da bere e tu vuoti il sacco. Ci stai? -
    Gli sorrise battendogli la mano sull'avambraccio e, prima che potesse rispondere, con un cenno della mano chiamò il cameriere di turno per farsi portare le prime bevande del giorno. Chissà se quella chiacchierata avrebbe avuto necessità di spostargli sugli alcolici più tardi.


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