What A Man Gotta Do

Kayden&Grace

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    You left me no choice but to stay here forever.

    Group
    Global Mod
    Posts
    1,301
    Reputation
    +538

    Status
    Ghost


    Kayden Hamilton

    Mezzosangue - Grifondoro - 16 anni - Battitore - Californiano

    «Sign me up for the full-time, I'm yours»




    Ed eccola lì, l'ultima estate prima di finire Hogwarts.
    Quella che era sembrata distantissima per anni e invece ora era lì, come se il tempo fosse passato in un lampo e non in sedici anni.
    Ammetto che ero un po' nostalgico all'idea di finire la scuola, ma ero comunque impaziente di scoprire cosa mi riservasse il futuro.
    Avevo già cominciato lo stage a metà giugno, l'ennesimo assaggio di quella carriera che avevo sempre sognato, e i ritmi degli allenamenti erano stati davvero pesanti, ma mi stavo abituando, del resto ogni fatica e sacrificio sarebbe valso la pena per arrivare dove volevo.
    Quel giorno l'allenamento era stato al mattino, quindi ebbi tutto il tempo di farmi una doccia e pranzare prima di recarmi al San Mungo a incontrare la mia compagna di squadra preferita (C'è del sarcasmo qui? Ai posteri l'ardua sentenza).
    Finalmente avrei rivisto Grace che aveva appena iniziato il tirocinio e quindi sarebbe stata a Londra più spesso in quei giorni.
    Con lei le cose non stavano andando esattamente come avevo pianificato, anzi, la Grifondoro sembrava proprio non capire che ci stavo provando con lei.
    Prima della fine dell'anno ero riuscito a portarla da Madama Piediburro, convinto capisse l'antifona, ma poi lei aveva invitato anche Eliot e un'altra sua amica a girare per negozi con noi.
    Anche al suo compleanno non ero riuscito a restare solo con lei più di venti minuti, che era il tempo che avevo impiegato per spiegarle come far funzionare il lettore cd che le avevo regalato.
    Quel regalo poi era stata un'avventura, avevo girato per Londra a vuoto per qualche giorno senza la minima idea prima di finire in un negozio babbano e scoprire quelle macchine che emettevano musica direttamente nelle tue orecchie.
    L'idea di regalargliene uno mi era piaciuta parecchio, ma mi serviva un modo per farlo funzionare senza pile, visto che nei negozi magici non le abbiamo.
    Mi ci era voluto quindi un intero pomeriggio con Abigail che mi prendeva in giro senza pietà e tre lettori cd per completare l'opera.
    Il primo lettore lo aveva fatto esplodere, il secondo lo aveva trasfigurato in una roccia, il terzo per fortuna era rimasto intatto e aveva cominciato a funzionare senza pile, come desideravo.
    In quel pomeriggio eterno mi ero convinto che mia sorella fosse tanto brava in pozioni quanto incapace nel fare incantesimi, ma quello non glielo avrei mai detto, o almeno non prima di compiere diciassette anni e non avere più bisogno di lei che facesse magie per me.
    Ma tornando a noi, stavo quindi andando verso il San Mungo e dentro di me quasi pregavo che la peste non si presentasse in gruppo, magari con gli altri compagni di tirocinio.
    Io le avevo scritto "it's a date" nell'ultimo messaggio che ci eravamo scambiati per organizzarci, ma avevo capito a mie spese che non si era mai troppo chiari con Grace.
    Per strada mi fermai in una pasticceria che conoscevo a prendere degli hot brownies, visto che mi aveva detto più volte che li adorava.
    Certo, poi a Diagon Alley avremmo preso anche un gelato, ma il cibo non era mai troppo, no? Sicuramente non con Grace.
    Arrivato al San Mungo restai sulla strada ad aspettare che uscisse.
    Mi passai una mano tra i capelli per assicurarmi che fossero disordinati al punto giusto anche se qualcosa mi diceva che non sarebbero rimasti intatti tanto a lungo.
    Non dovetti aspettare troppo prima di vederla uscire e, grazie a Godric, era da sola.
    Senza esitare mi avvicinai a lei per farmi notare e alzai la busta di carta della pasticceria all'altezza dei suoi occhi.
    -Qualcuno ha ordinato un bell'americano e degli hot brownies?- le domandai facendole l'occhiolino.



    ~ PARLATO: #e8523d
    ~ PENSATO:#732d20
    code © psiche


    Edited by Persephone - 2/7/2021, 10:53
     
    Top
    .
  2.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    To survive, you must tell stories

    Group
    Member
    Posts
    1,309
    Reputation
    +874

    Status
    Ghost

    Grace Lewis-Tisdale , Grifondoro, V anno

    "My smile is beamin', my skin is gleamin' The way it shine, I know you've seen it"

    Avevo finito gli esami, avevo finito gli esami, avevo finito gli esami! Che sarebbe potuto andare storto? Il mondo era un posto meraviglioso! No ok, non era vero, il mondo faceva davvero schifo. Avevo sentito la mamma parlare di un problema con la casa di una sua amica che era tipo esplosa, non avevo capito bene, ed i giornali che continuavano a parlare di morte e distruzione, maaaaaaa io avevo un piano! Perché, signori e signore, finalmente stavo iniziando ad entrare in contatto con il mondo vero, i miei amici erano maggiorenni e quindi potevano fare magie fuori da Hogwarts ed insieme avremmo trovato un modo per tirarci tutti fuori dai guai. Ne ero praticamente certa. Il primo passo era quel tirocinio, perché ancora non sapevo se volessi essere una giocatrice di Quidditch, una medimaga o un’Auror, ma da qualche parte dovevo pur iniziare, no? E poi ad ogni esercito serve qualcuno che sappia curare le ferite, quindi magari io avrei potuto fare tutto ed essere tutto quanto, per loro. Mi sarei dovuta informare con quell’amica di mamma, chissà se esistevano Auror che erano medici. Tipo dei mediauror. Vabbè, comunque, il primo giorno era stato spettacolare, mi ero divertita tantissimo ed avevo visto un sacco di cose strane, tipo gente con la pelle blu ed un tipo che si era per sbaglio sostituito la pelle con le squame. Una figata. Il pomeriggio, invece, sarebbe stato dedicato allo svago, anche perché la scuola era finita! Mamma mia, ero troppo emozionata di aver superato il quinto anno e non vedevo l’ora di tornare, a Settembre, ma non vedevo anche l’ora di godermi l’estate e - anzi - avrei voluto potesse durare di più. Praticamente volevo tutto e possibilmente in contemporanea, era una sensazione strana. In ogni caso ero esaltata. Anche Harry quel giorno aveva fatto il turno di mattina, così gli avevo chiesto se volesse andare a fare un giro con noi, ma appena aveva saputo che ci sarebbe stato Kayden ci aveva ripensato, dicendo che non fosse il caso. Non avevo ancora capito se il problema era Kay – magari non si piacevano, o magari avevano strani trascorsi tra maschi – o se temeva di far ingelosire Steve o se fosse solo pazzo, visto che aveva questa strana ossessione per farmici uscire da sola. A me piaceva tanto stare in compagnia! Ad ogni modo, salutai i miei nuovi amici - sì, perché ne avevo già molti, ovviamente – e mi diressi verso l’uscita del San Mungo, dove quella faccia da schiaffi mi stava già aspettando. Uh cibo! Bene. Benissimo. In realtà stavo aspettando un battitore arrogante. Esclamai, con un enorme sorriso e stringendolo in un veloce abbraccio. In America non ti hanno insegnato cos’è l’estate? Chiesi, scuotendo la testa con una risata e prendendogli però la busta dalle mani, andando a pescare un dolcetto. Sì, ok, faceva caldo per gli hot brownies, ma ormai erano lì, che fai non li mangi?! E poi ero super affamata. Dopo però ci prendiamo anche un gelato. Decretai, ancora con la bocca mezza piena e riconsegnandogli il pacchetto. Cioè, in realtà glielo lanciai praticamente addosso. Odiavo tenere cose in mano, quando ero per strada. Qual è la prima tappa? Miss Impazienza a rapporto!



    #ff5555 Parlato #ff7171 Pensato
     
    Top
    .
  3.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    You left me no choice but to stay here forever.

    Group
    Global Mod
    Posts
    1,301
    Reputation
    +538

    Status
    Ghost


    Kayden Hamilton

    Mezzosangue - Grifondoro - 16 anni - Battitore - Californiano

    «Sign me up for the full-time, I'm yours»



    Risi appena alla sua risposta, non mi aspettavo niente di meno, roteai gli occhi fingendomi seccato prima di ribattere.
    -Mi dispiace, i battitori arroganti erano finiti, quindi ti devi accontentare di uno affascinante- le dissi facendole anche la linguaccia prima di ricambiare il suo sorriso.
    Sembrava di buon umore e piena di energie come sempre. Non sapevo dove andasse a prenderle tutte quelle energie, ma era piacevole avere accanto qualcuno che non si stancava prima di me.
    La strinsi forte, ricambiando il abbraccio e la sollevai da terra prima di lasciarla andare.
    -Questa me la chiami estate?- risposi poi scuotendo la testa: -si vede quanto sei inglese- commentai fingendomi esasperato e passandole il sacchetto di brownies, che ovviamente lei mangiò lo stesso nonostante la sua protesta.
    -Se aspettassimo il freddo per mangiare certi cibi non li mangeremmo mai in California- le spiegai prima che lei aggiungesse che, ovviamente, voleva anche il gelato.
    Certe cose erano facili da predire con la Grifondoro il che era piacevole, altre decisamente no, tipo se si sarebbe presentata da sola o no a un appuntamento e se avrebbe capito che era un appuntamento.
    Quanto ci scommettiamo che in quel momento non lo sapeva?
    -Certo, gelato già messo in conto, ma non ti danno da mangiare in tirocinio?- le chiesi prendendola un po' in giro e tirandole una ciocca di capelli per gioco. Stava davvero bene in rosa, mi piaceva quel colore su di lei.
    Riafferrai poi il pacchetto al volo, grazie al cielo avevo buoni riflessi, e presi un brownie anche per me mentre c'incamminavamo verso Diagon Alley.
    -Prima tappa Quidditch quality- le risposi senza esitazione, a bocca ancora mezza piena: -mi serve il tuo espertissimo parere su che manico di scopa prendere per il prossimo anno. È il regalo per il mio compleanno da parte dei miei, e visto che divento maggiorenne direi che non ci sono limiti di costo, o almeno così ho deciso io- le spiegai con aria di finta innocenza.
    Avevo la stessa scopa da quasi sei anni ormai, comprata dopo aver distrutto in una partita di Quidditch con gli amici quella di mia sorella, e visto che all'epoca avevamo problemi di soldi avevo dovuto prendere un modello che era già vecchio perché costava meno.
    Per fortuna ora, dopo il successo della pozione di mio padre e il trasferimento in Inghilterra, i problemi economici erano diventati solo un brutto ricordo ed era dai quindici anni che i miei mi avevano promesso un nuovo manico per quando fossi diventato maggiorenne, perciò avevo passato parecchio tempo a sognare quel momento.
    Mi distrassi da quei pensieri tornando a guardare Grace e mettendole il braccio attorno alle spalle, un gesto che mi veniva sempre istintivo quando le stavo accanto.
    -Begli occhiali- commentai osservando gli occhiali da sole che portava sopra la testa e, prima che potesse fermarmi, glieli sfila per indossarli.
    Mi avrebbe ucciso per quello, vero? Però la sua espressione sarebbe stata così divertente che ne sarebbe valsa la pena.
    -Come mi stanno?- chiesi facendole un sorriso, e anche l'occhiolino, ma quello non poteva vederlo da dietro gli occhiali.


    ~ PARLATO: #e8523d
    ~ PENSATO:#732d20
    code © psiche
     
    Top
    .
  4.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    To survive, you must tell stories

    Group
    Member
    Posts
    1,309
    Reputation
    +874

    Status
    Ghost

    Grace Lewis-Tisdale , Grifondoro, V anno

    "My smile is beamin', my skin is gleamin' The way it shine, I know you've seen it"

    Ci tengo a precisare che io non fossi stupida. No, lo dico perché so già che molti di voi lo staranno pensando. Avevo anche avuto una lunga – lunghissima – conversazione con Harry a riguardo (non sul fatto che fossi stupida eh, ma su quello che sto per dirvi!) e comunque non eravamo riusciti a cavarne un ragno dal buco. Il punto è che io sapevo che i ragazzi ci provavano con le ragazze, o che le ragazze ci provavano con i ragazzi, o che esistevano le cotte, i baci e tutto il resto – voglio dire, ero la gemella di Lorcan! - il punto non era quello, ma il semplice fatto che quel mondo fosse lontano anni luce da me. Io non avevo cotte o infatuazioni e nessuno – per Godric – poteva averle per me, figuriamoci! Quindi tutto questo scaldarsi a riguardo proprio non riuscivo a capirlo. Harry alla fine si era arreso. O almeno credevo lo avesse fatto, nella speranza che non si stesse preparando per tornare all’attacco più avanti. Ero contenta di poter vedere lui e Sophie durante questa esperienza al San Mungo, era un po’ come tornare a scuola, ma senza essere a scuola. E poi la zia e Steve erano amici e quindi spesso ci ritrovavamo a vederci, era divertente. Peccato ci fosse anche quell’impiastro di Malfoy, che ovviamente era stato assegnato al mio reparto. Quando si poteva avere una fortuna potevate contare su di me! Comunque, alla fine stavamo uscendo perché bisognava comprare delle cose per il Quidditch, quindi io ero sempre in prima linea. Non che ne avessi bisogno, dopo il mio compleanno ero stata sommersa di regali a tema. Te li sei mangiati tutti tu? Gli chiesi, ridendo appena prima di fiondarmi sul dolce, per poi sbuffare sul suo commento riguardo l’essere inglese. Io ero molto fiera di essere inglese, anche se non avrei saputo dire perché. Era una cosa che avevo nel sangue, credo, non avrei voluto essere altro rispetto a quello che ero, in tutti i sensi. Poi sarà che l’America era così lontana, con le loro parole strane e la loro strana pronuncia che li faceva sempre sembrare con la bocca piena, che non ci avevo nemmeno mai pensato. Quest’aria nostalgica non ti si addice, Kay. Gli feci una pernacchia, addentando ancora il mio dolce, prima di arricciare il naso, tornando a guardarlo. Siamo troppo impegnati a salvare vite umane là dentro, che ti credi?! Che poi io facevo praticamente poco e niente, per ora, soprattutto visto che era il mio primo giorno, ma questi erano dettagli che a lui non avrei confessato. Mi piaceva davvero l’idea di poter aiutare le persone in difficoltà. Quando però mi disse che il nostro vero reale e primario obiettivo era un manico di scopa nuovo, iniziai a saltellare sul posto, esaltata. Scherzi?! E me lo dici così?! Allooooooora la più veloce al momento è la Firebolt, anche se ho sentito che i produttori della Nimbus stanno progettando un nuovo modello per batterli e le Nimbus secondo me sono più stabili, se invece vuoi qualcosa di più confortevole, ma meno rapido, puoi tentare una Comet, hanno una buona maneggiabilità, ma sono meno agili, quindi dovresti lavorare un po’ sugli sprint e sui cambi direzionali veloci. Non sto nemmeno a proporti le Cleansweap perché le usava mia madre, sono praticamente superate su tutta la linea. Iniziai, gesticolando. Sì, ero un pochino fissata con il Quidditch e sì, forse ero un po’ ossessionata dai manici di scopa. Lasciai che mi mettesse il braccio attorno alle spalle – nonostante il caldo - perché ormai lo faceva sempre, quindi mi ero rassegnata ed alzai il viso al suo, quando fece quel commento sui miei occhiali. Stavo per rispondergli, se non fosse che me li sfilò di dosso, indossandoli. Ridammeli, che me li allarghi! - urlai, lanciandomi purtroppo letteralmente addosso a lui, con le mani sulla sia faccia per riprendere i miei occhiali da sole - Hai la faccia larga, poi me li sformi.



    #ff5555 Parlato #ff7171 Pensato
     
    Top
    .
  5.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    You left me no choice but to stay here forever.

    Group
    Global Mod
    Posts
    1,301
    Reputation
    +538

    Status
    Ghost


    Kayden Hamilton

    Mezzosangue - Grifondoro - 16 anni - Battitore - Californiano

    «Sign me up for the full-time, I'm yours»



    Io sinceramente non sapevo più cosa tentare con Grace. Ormai ero convinto che la mia unica possibilità fosse provare a baciarla e vedere come si sarebbe comportata.
    Solo che avevo un po'paura della sua reazione perché istintiva com'era avrei potuto rischiare pure un occhio nero per quanto ne sapevo, e non mi avrebbe certo donato andare in giro con un occhio nero per giorni.
    E se poi fosse stata in grado di pensare che fosse comunque un bacio tra amici? Nulla era scontato con lei.
    Scossi la testa alla sua battuta, lasciandole i dolci e parlandole della California che in quel periodo, come ogni anno, iniziava a mancarmi parecchio proprio perché sapevo che l'avrei rivista presto.
    Il suo commento mi colse tuttavia in contropiede.
    Scherzava sul fatto che sembrassi nostalgico o davvero si capiva così tanto quanto mi mancava?
    -Ci torno tra due settimane, quindi lasciami essere nostalgico, una volta là berrò tanta coca cola in tuo onore- le risposi ricambiando la sua smorfia e dandole una leggera spinta alla spalla: -che poi te l'ho detto che vado a fare surf estremo alle cascate del Niagara con mia sorella al compleanno?- aggiunsi con un sorriso a trentadue denti.
    Probabilmente si che glielo avevo detto, visto che lo avevamo deciso a maggio e non avevo più parlato d'altro per una settimana, ma che potevo farci?
    Il surf mi piaceva e volevo provare il surf estremo da una sempre.
    Insomma quell'anno avrei avuto il compleanno più bello di sempre, com'era giusto che fosse visto che diventavo maggiorenne e davvero non vedevo l'ora.
    Inarcai un sopracciglio scettico alla sua risposta sul tirocinio: -E quante persone avresti salvato oggi miss?- la presi in giro scettico tentando di immaginarmi quell'esplosione di vita che era Grace in un ambiente così deprimente e cupo come quello del San Mungo.
    La vedevo molto meglio come auror o giocatrice di Quidditch piuttosto che come medimaga, ma sicuramente con la sua energia era una che riusciva a migliorare la giornata a tutti i pazienti.
    Le parlai poi del motivo per cui l'avevo invitata a uscire, o meglio la scusa, perché tanto avevo già deciso che scopa volevo.
    Immaginate quindi il mio stupore nello scoprire che era davvero un'esperta.
    Sgranai un attimo gli occhi prima di ricordarmi che il Quidditch era stato per un sacco di tempo il nostro principale argomento di conversazione.
    Ovviamente lei se ne intendeva anche di quello, ma a me non era mai passato per la testa di chiederle davvero un consiglio a riguardo.
    -Si, la Firebolt per ora è incima alla mia lista- annuì leccandomi le labbra: -e ho letto della Nimbus, ma non hanno ancora rilasciato una data di uscita e io la vorrei prendere entro settembre. Una Comet la escludo, mi serve una scopa veloce, la comodità è secondaria- scossi la testa all'idea, mi serviva per giocare a Quidditch non per fare lunghi viaggi: -e concordo assolutamente sulla Cleansweap, seriamente chi è che le compra ancora quelle?- domandai con aria di disapprovazione.
    Le misi poi il braccio attorno alle spalle mentre giravamo l'angolo per raggiungere Diagon Alley e abbassai lo sguardo a guardarla in faccia, prima di rubarle gli occhiali e godermi la sua reazione.
    -Faccia larga a chi?- le chiesi con una smorfia offesa quando inizio a strepitare e mi si lanciò praticamente addosso.
    Con il braccio la strinsi di più a me per bloccarle i movimenti e con la mano libera riuscì a togliere gli occhiali nonostante avessi le sue mani in mezzo e li sollevai per aria, lontano dalla sua portata.
    Non ero molto più alto di lei, ma quanto bastava perché non potesse raggiungerli, anche se provava a saltare.
    -Certo che tu hai proprio la mania di mettermi le mani in faccia- commentai poi stringendo gli occhi e sorridendole divertito.


    ~ PARLATO: #e8523d
    ~ PENSATO:#732d20
    code © psiche
     
    Top
    .
  6.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    To survive, you must tell stories

    Group
    Member
    Posts
    1,309
    Reputation
    +874

    Status
    Ghost

    Grace Lewis-Tisdale , Grifondoro, VI anno

    "My smile is beamin', my skin is gleamin' The way it shine, I know you've seen it"

    Io amavo il Quidditch. No, seriamente, io lo amavo proprio. Me lo sarei sposato, se fosse stato possibile e me lo immaginavo come un bel ragazzo, alto, con le spalle larghe ed un sorriso simpatico, carismatico e dolce al tempo stesso. Una di quelle persone che possono travolgerti e lasciarti senza fiato, una di quelle che ti portano sul tetto del mondo e poi ti fanno sentire che puoi averlo tutto nelle tue mani. Il Quidditch era questo per me, la possibilità di essere libera e felice. Il problema era che gli ultimi mesi mi avevano insegnato che c’era un mondo molto più vasto, la fuori, e che quella sarebbe stata solo un’illusione, perché le persone morivano, le persone rischiavano la vita ed io, da una scopa, con la mia amata pluffa in mano, non avrei potuto fare niente per loro. Per questo avevo deciso di cercare una nuova strada, per il mio futuro, posto che il Quidditch era e sarebbe sempre stato il mio grande amore e la mia più grande passione. Magari un giorno, magari poi. Ero stata contenta quindi quando Kayden mi aveva detto di voler andare in un negozio di rifornimenti sportivi, anche se io non avevo bisogno di niente, visti i regali per il mio compleanno. Ancora con quella coca-cosa? Ma sei proprio fissato! Esclamai, in una risata. Non mi sarei mai abituata a quella strana bevanda che ti faceva venir voglia di sputare, tossire, starnutire e lacrimare insieme. Aveva qualcosa di sbagliato, magari non era compatibile con gli inglesi, o magari ancora era una cosa solo per i babbani e Kayden riusciva a berla perché aveva più sangue babbano di me. Io non sapevo nemmeno a chi risalisse il mio sangue non magico. Comunque, il punto non era quello, ma il fatto che dovevo prenderlo in giro. Quindi lo spinsi, ancora ridendo. Come siamo romantici, signor Hamilton, ancora due settimane e potrai rivedere la tua patria fatta di indiani senza terra e gente cicciona. Feci una pernacchia e ripresi a camminare. Mi divertiva che si arrabbiasse sempre tanto quando si parlava dell’America in maniera diversa da come voleva lui. Me l’avrai detto almeno un miliardo di volte - risi - E io ti ho già detto che voglio un souvenir! Aggiunsi, con una spallata. Era una bella giornata soleggiata, mi piaceva da morire l’estate e quel sole caldo mi metteva di buon umore. Beh per ora tecnicamente non ho salvato nessuno, ma era solo il mio primo giorno! Gli diedi u pugno sulla spalla, lasciando poi che mi stringesse con un braccio e voltando l’angolo. Fu facile smettere di essere fintamente offesa, visto che iniziammo a parlare di Quidditch. Ti serve una scopa veloce per compensare la tua scarsa agilità in aria. Gli feci una pernacchia e poi una linguaccia, giusto per ricordargli – e lo sapevamo tutti – che io ero più brava di lui. E più bella, più agile, più veloce e più bionda. Poi però mi rubò gli occhiali e quello sì che era un oltraggio. Quindi cercai di riprendermeli, con pochi risultati, perché per il momento non ero anche più alta di lui. Avevo del potenziale però, ne ero praticamente certa. Tu hai la faccia larga! Ridammeli, faccia di rana! Sì, ok, non era un grande insulto, ma mi piacevano quegli occhiali! Quindi, visto che non sembrava collaborare, pensai bene di dargli un morso sul braccio. Un bel morso forte, ben assestato, di quelli che ti lasciano un bel livido.



    #ff5555 Parlato #ff7171 Pensato
     
    Top
    .
  7.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    You left me no choice but to stay here forever.

    Group
    Global Mod
    Posts
    1,301
    Reputation
    +538

    Status
    Ghost


    Kayden Hamilton

    Mezzosangue - Grifondoro - 16 anni - Battitore - Californiano

    «Sign me up for the full-time, I'm yours»




    Per me non c'erano mai stati dubbi nella vita, non c'era mai stato un momento in cui avevo perso di vista il sogno di giocare a Quidditch. Era la mia passione e amavo condividerla con i miei compagni di squadra e mi era dispiaciuto vedere Grace cambiare idea e mettere in dubbio quella sua passione.
    Una parte di me si era già immaginato un futuro dove entrambi diventavamo giocatori di Quidditch professionisti e poi, passati i trent'anni, ci reinventavamo auror e ci ritrovavamo a lavorare insieme di nuovo.
    Era un piano utopico, lo sapevo, ma speravo comunque che lei ci ripensasse su quel cambio di carriera e tornasse a voler giocare a Quidditch prima di fare qualcos'altro.
    Capivo il suo punto di vista, sapevo che tempi duri stavano arrivando e ci sarebbe stato bisogno di auror e medimaghi, ma non avrei mai permesso ai mangiamorte di portare via il mio sogno di una vita, per me sarebbe stato come se avessero già vinto.
    Però la mia famiglia quella guerra non l'aveva mai vissuta, perciò immaginavo fosse diverso per Grace che aveva perso i genitori ed era cresciuta lì da sempre dove tutti ricordavano quella guerra.
    Non sarei mai riuscito neppure a immaginare come si sentiva e cosa avesse passato, in tutto questo però, egoisticamente, speravo che tornasse al piano originale e potesse condividere quel sogno con me.
    -Ovvio che sono fissato, è la bevanda migliore mai inventata!- le risposi sulla coca cola dandole una piccola spinta sul braccio.
    -Lo so, sono una persona estremamente romantica- annuì con finta convinzione quando mi prese in giro per l'America: -e tu la solita inglese prevenuta- aggiunsi prendendola per i fianchi e le feci il solletico, ma lasciandola andare subito.
    Ora che avevo capito che soffriva così tanto il solletico mi veniva naturale punzecchiarla ogni tanto, specialmente se prendeva in giro me o l'America, cosa che faceva spesso la maledetta.
    Inarcai un sopracciglio quando mi chiese un souvenir e risi appena: -A che ti serva un souvenir? Il mio ritorno è già il regalo più grande- le dissi facendole un occhiolino: -e poi l'anno prossimo fai diciassette anni anche tu, puoi venire con me in america e andiamo a farlo insieme, sarà il mio regalo per la tua maggiore età- le proposi immaginando già la scena.
    Quando poi parlammo del suo tirocinio mi trovai a sorridere e alzare gli occhi al cielo: -Certamente, sono sicuro che entro fine mese avrai salvato almeno una vita- la presi in giro prima di stringerla a me, incurante del caldo, che non era davvero caldo per me.
    Non dovetti aspettare molto prima che quella presa in giro mi tornasse indietro con gli interessi.
    -Io non devo compensare proprio niente, sono agilissimo- la corressi lanciandole un'occhiata di sbieco prima di rubarle gli occhiali anche perché come si permetteva una cosa simile?
    Poi però la stronzetta offese pure la mia faccia. Ma si può? Doveva avere problemi di vista.
    Aprì la bocca, oltraggiato dal suo commento sulla faccia di rana, ma non ebbi tempo di esprimere la mia offesa che la nanetta mi morse il braccio, e forte pure.
    -Che bastarda!- esclamai d'istinto e trovandomi costretto ad abbassare il braccio e lasciandola andare per massaggiarmi la parte colpita: -sei una violenta, lo sai?- l'accusai tenendo gli occhiali tra le dita, ormai alla sua portata dove sarebbe riuscita a prenderli.
    -Niente gelato per te- commentai offeso mentre il Paiolo appariva di fronte a noi a darci il benvenuto a Diagon Alley.


    ~ PARLATO: #e8523d
    ~ PENSATO:#732d20
    code © psiche
     
    Top
    .
  8.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    To survive, you must tell stories

    Group
    Member
    Posts
    1,309
    Reputation
    +874

    Status
    Ghost

    Grace Lewis-Tisdale , Grifondoro, VI anno

    "My smile is beamin', my skin is gleamin' The way it shine, I know you've seen it"

    Non so come mai, ma riuscivamo sempre a finire per discutere su chi fosse migliore, tra inglesi e americani. Era una cosa stupida, perché tutte le persone sane di mente sapevano che gli inglesi erano più raffinati ed avanzati degli americani, quindi non capivo per quale dannato motivo continuassimo a tornare sull’argomento! Per non parlare di quella bevanda del demonio che continuava a volermi propinare! Non capivo davvero che ci trovasse! Noi avevamo l’acquaviola, il succo di zucca e tante altre cose più buone di quella, mentre lui era ossessionato da quell’intruglio babbano che, secondo me, aveva come scopo ultimo quello di friggere i pensieri. Scossi la testa, alle sue parole, facendo scivolare qualche ciocca di capelli dallo chignon. Puoi dirlo forte che sono inglese, ma se mi dai della prevenuta significa che non conosci la tua lingua. Scherzai, e giusto per restare in tema gli feci anche una bella linguaccia, perché ci stava bene. Certo, mi beccai il solletico di rimando, ma forse – forse eh – me l’ero un pochino andata a cercare. Avrei dovuto evitare di fargli capire che soffrivo il solletico, qualche mese prima. Il tuo ritorno sarà una condanna, altro che! Mi divertiva prenderlo in giro, stava sempre allo scherzo e mi faceva ridere. Non come quel musone di mio fratello, a cui non potevi dire niente che andava su tutte le furie e spariva con la sua aria misteriosa. Da quando avevamo scoperto che mamma e papà stavano pensando di mandare tutti ad Ilvermorny, l’anno seguente, era diventato intrattabile. Io non ne avevo ancora parlato con nessuno, perché speravo davvero che cambiassero idea, ma a breve avremmo dovuto fare un viaggio per andare a vedere la scuola e capire se potevamo trasferirci. Non mi piaceva l’idea di lasciare l’Inghilterra e soprattutto non mi piaceva che mi costringessero a scappare. Io non ero una codarda. Annuii quindi, poco convinta, alle seguenti parole di Kayden, dicendo che avrei sicuramente salvato una vita, durante il mio stage. Sì, ecco, era bene continuare a pensare a quello che potevo fare e controllare, piuttosto che a cose che non rientravano nella mia sfera di controllo. Per fortuna arrivò il Quidditch in mio soccorso, così avevamo potuto cambiare rapidamente argomento. Sarebbe andato tutto bene, o per lo meno così sembrava, ma quell’idiota mi aveva persino rubato gli occhiali e quindi io dovevo rispondere a tono. Così sì, ok, lo insultai un pochino e potrei anche averlo morso, ma alla fine ero riuscita a raggiungere la sua mano e riappropriarmi degli occhiali da sole, con un’espressione soddisfatta ed un grande sorriso sulle labbra. Sono combattiva. Replicai, quando mi diede della violenta. E poi sono cresciuta con altri cinque fratelli, credevi davvero che non mi sapessi far valere? Scoppiai a ridere. Chissà come sarebbe stato ad Ilvermorny. Sarebbero cambiate anche le divisioni? O ci saremmo trovati sempre divisi così? Magari io e Lo saremmo stati nella stessa casa, lì. Scossi di nuovo la testa, accelerando il passo alla vista del Paiolo Magico. Smettila di fare il musone, andiamo! E mi voltai verso di lui, allungando una mano perché mi raggiungesse, mentre saltellavo all’indietro. Era estate, era una bella giornata e saremmo andati a comprare una scopa. Niente pensieri negativi! E se voglio il gelato, me lo compro da sola. Conclusi, con un’altra linguaccia.



    #ff5555 Parlato #ff7171 Pensato
     
    Top
    .
  9.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    You left me no choice but to stay here forever.

    Group
    Global Mod
    Posts
    1,301
    Reputation
    +538

    Status
    Ghost


    Kayden Hamilton

    Mezzosangue - Grifondoro - 16 anni - Battitore - Californiano

    «Sign me up for the full-time, I'm yours»




    Che gli USA fossero superiori era un dato di fatto, ma era comprensibile che la pestifera non volesse darmela vinta. Era troppo orgogliosa per ammettere di vivere nel Paese inferiore tra i due, e non potevo che compatirla.
    Per questo al suo commento mi limitai a inarcare le sopracciglia e lanciarle uno sguardo di condiscendenza, che significava chiaramente "lo sappiamo entrambi che ho ragione io quindi possiamo chiuderla qui".
    Aggiunsi anche il solletico dopo la sua linguaccia, giusto per enfatizzare il concetto.
    Avevo ragione io, punto.
    Roteai gli occhi alle sue parole successive sul mio ritorno dalla California: -Ma se non riesci a vivere senza di me?- la rimbrottai stringendola a me passandole il braccio attorno alla vita.
    Era più forte di me, cercavo spesso un contatto fisico con lei, mi faceva sentire bene averla vicina anche quando mi stava prendendo in giro in quel modo.
    In generale, sapevo che stare con lei mi avrebbe messo di buon umore, non importava cosa facessimo o perché, bastava essere assieme.
    Ecco perché mi era dispiaciuto che facesse lo stage da guaritrice e non da giocatrice di Quidditch, sarebbe stato bello essere in squadra insieme anche durante l'estate.
    Per fortuna avevamo comunque trovato modo di vederci, proprio con la scusa di quello sport.
    Mentre ci dirigevamo a Diagon Alley però non seppi resistere al rubarle gli occhiali, e se l'aveste vista, tutta offesa mentre cercava di riprenderseli avreste capito che ne valeva la pena, nonostante gli insulti alla mia faccia, che erano falsità belle e buone perché io ero bellissimo, ovviamente, e il morso successivo.
    Mi ritrovai a guardare il segno dei suoi denti sul mio braccio mentre lei mi ricordava che avendo cinque fratelli era ben addestrata a reagire a quelle situazioni.
    Storsi il naso ma finì per ridere anch'io: -Mentirei se dicessi che non ho mai morso mia sorella- ammisi divertito: -ma il bello di essere sei anni più piccolo è che se reagiva sgridavano lei, non me- aggiunsi mentre il Paiolo Magico si stagliava davanti a noi.
    Per qualche motivo lei accelerò il passo lasciandomi lì, salvo poi tornare indietro a saltelli porgendomi la mano.
    -Lo ripeto: non capisco dove le prendi tutte queste energie- commentai divertito prendendola per mano e camminando più veloce per stare al passo con lei: -e va bene, niente musi, anche se non stavo affatto mettendo il muso- ci tenni a chiarire storcendo il naso in una piccola smorfia.
    -Lo so che puoi comprartelo tu, ma anche se lo fai dopo te lo mangio io- la provocai riguardo al gelato con un sorrisetto divertito mentre raggiungevamo il retrobottega del Paiolo.
    Per fortuna c'era già una coppia di maghi che stava attraversando il muro di mattoni quindi entrammo dietro di loro senza dover disturbare il proprietario.
    Ero stanco di dover dipendere da tutti per l'uso della magia, davvero il mio compleanno non poteva arrivare soon enough.
    Una volta arrivati a Diagon Alley tuttavia, non fu più Grace a dovermi tirare, ma io a guidare lei per la via con impazienza.
    -Prima fermata Quidditch Quality- decretai dirigendomi verso il negozio.
    Avevo una scopa da scegliere.


    ~ PARLATO: #e8523d
    ~ PENSATO:#732d20
    code © psiche
     
    Top
    .
  10.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    To survive, you must tell stories

    Group
    Member
    Posts
    1,309
    Reputation
    +874

    Status
    Ghost

    Grace Lewis-Tisdale , Grifondoro, VI anno

    "My smile is beamin', my skin is gleamin' The way it shine, I know you've seen it"

    Le beghe tra fratelli erano sempre state all’ordine del giorno, per me. Da piccolissima molto meno, devo dire, perché finché eravamo solamente io e Lorcan le cose erano più facili e devo dire che io stessa fossi molto più accondiscendente, con lui e lui molto meno scontroso, con me. Eravamo una macchina perfettamente oleata, funzionavamo bene insieme e quasi mi mancava quella specie di simbiosi che avevamo, io e lui. Quando poi eravamo stati adottati, tutto era iniziato a cambiare. Lorcan era sempre più arrabbiato, io sempre più contenta di avere la mia piccola tribù. Credo che fondamentalmente il problema fu che io adoravo stare in compagnia, mentre lui era convinto che saremmo stati bene anche da soli, che eravamo sufficienti l’uno all’altra. Un po’ mi sentivo in colpa, per questo, perché mi sembrava come di avergli dimostrato – o provato a dimostrare – che lui non fosse abbastanza, per me. Cosa per altro non vera. Ad ogni modo, ultimamente, le cose sembravano andare un pochino meglio e non voglio pensare che fosse perché non facevamo altro che litigare con mamma e papà per il fatto dell’America. Quello che però ero certa di volere, a quel punto, era un momento di svago. Qualcosa per cui valesse la pena ridere e tutti voi sapete quanto mi piacesse ridere. Per cui quel pomeriggio con pallone gonfiato Hamilton era praticamente perfetto. Non fraintendetemi, mi piaceva passare del tempo con quel ragazzo, così come con tutti i miei amici, ma riusciva sempre ad esasperarmi! Come quel giorno, con la storia degli occhiali e tutto il resto. Fortunatamente riuscii a recuperarli senza troppi danni, me li misi sul viso e poi proseguimmo nella passeggiata, fino ad arrivare a Diagon Alley. Io sono troppo carina per essere sgridata. Commentai, con il naso all’insù e l’espressione fiera. Ovviamente non era vero, anche perché spesso la mamma – non sapendo chi fosse realmente il colpevole – sgridava tutti, per non fare torto a nessuno. Quello che di solito si salvava era Lo, che se ne stava per conto suo, ed Alan, che era sempre troppo musone per finire nella mischia con noi. Il tragitto proseguì così, tranquillo e piacevole, tra una battuta e l’altra, con qualche minaccia nel mezzo, perché altrimenti non saremmo stati noi, fino a che non superammo il Paiolo Magico ed andammo nella parte magica della via, pronti per i nostri – o meglio suoi – acquisti sportivi. Ma lo sai che mia zia per il compleanno mi ha regalato tutto un set personalizzato? Sai guanti, pluffa e tutto il resto. Sarà la cacciatrice più affascinante della scuola. Decretai, con un enorme sorriso. Avevo adorato quel regalo, mi faceva sentire importante, soprattutto perché - per una volta – non si trattava di qualcosa di seconda mano, ma era proprio una cosa mia. Solo di Grace. Non che io avessi grosse pretese, ovvio, ma ogni tanto era bello sentirsi speciali. Lo dovetti praticamente tirare per la strada, da quanto era lento, tanto che piuttosto che tenergli la mano sembrava stessi tirando un guinzaglio. Ma ti muovi?! Gli urlai, in mezzo ad una risata, saltellando fino al negozio. Adoravo il Quidditch Quality, anche se erano più le volte in cui potevo permettermi di guardare solo la vetrina che comprarci davvero qualcosa. Lasciai così la mano di Kayden per correre – letteralmente – fino all’ingresso, spiaccicandomi con la faccia ed entrambe le mani contro il vetro, guardando all’interno. Quanto vorrei essere ricca. Biascicai, con il naso premuto contro la vetrina.



    #ff5555 Parlato #ff7171 Pensato
     
    Top
    .
  11.     +1   Top   Dislike
     
    .
    Avatar

    You left me no choice but to stay here forever.

    Group
    Global Mod
    Posts
    1,301
    Reputation
    +538

    Status
    Ghost


    Kayden Hamilton

    Mezzosangue - Grifondoro - 16 anni - Battitore - Californiano

    «Sign me up for the full-time, I'm yours»



    Sbuffai alle parole di Grace mentre esaminavo il segno del morso che mi aveva lasciato, rosso vivido sulla mia pelle.
    Non mi pentivo di nulla comunque, i suoi occhiali mi erano stati sicuramente bene addosso.
    -Pfff, non puoi usare il fatto che sei carina per levarti dai problemi- scossi la testa divertito quando parlammo di nuovo di fratelli e litigate: -altrimenti io dovrei avere una vita perfetta- aggiunsi facendole l'occhiolino e scompigliandole i capelli.
    Era sempre così tra noi, uno scherzo e una battuta dopo l'altra, senza mai darci tregua.
    Forse anche per quello non riuscivo a farle capire come mi sentivo davvero riguardo a lei, perché ogni volta che eravamo insieme finivamo per bisticciare e scherzare come due fratelli.
    Però era quello che mi piaceva di noi e non l'avrei cambiato per nessun motivo, insieme a lei ero più spontaneo, divertente e senza filtri.
    Camminando e dicendocene di tutti i colori, glielo avrei mangiato davvero quel gelato, eravamo arrivati al Paiolo magico.
    Non vedevo l'ora di perdermi tra gli scaffali del Quidditch Quality.
    Quando però Grace mi raccontò di cosa aveva ricevuto dalla zia al compleanno mi trovai a chiedermi se ero in tempo per cambiare idea sul mio regalo.
    Ma ormai era troppo tardi e sarei stato solo un copione a farlo, quindi mi dovevo "accontentare" della scopa nuova.
    -Te lo invidieranno tutti, io per primo- ammisi sinceramente con una risata.
    Sarebbe stato perfetto per il capitano della squadra, aggiunsi mentalmente provando un po' di invidia.
    Appena entrati a Diagon Alley mi avviai con entusiasmo verso il Quidditch Quality tenendola ancora stretta per mano, ma Grace, per qualche assurdo motivo, dovette mettersi pure a correre e saltellare.
    Ma si calmava mai quella?
    -Sei tu che stai correndo!- la rimbeccai esasperato, ma risi e accelerai il passo per starle dietro finché non arrivammo al negozio in questione e lei si spaccicò contro la vetrina sognante.
    Risi al suo commento mentre osservavo anch'io tutti i prodotti nuovi esposti: -Prova a inventare qualcosa e magari lo diventi, mio papà ha fatto così- le suggerì scherzosamente, anche se in realtà era abbastanza ingiusto.
    C'erano famiglie purosangue piene di ex mangiamorte che avevano più soldi di quanti riuscissero a spenderne e poi c'erano persone come Grace che avrebbero merito il mondo intero eppure non lo avevano.
    La società era spartita davvero male ed era incredibilmente frustrante.
    Accantonai però quei pensieri per non rovinare la giornata e le diedi una piccola spallata.
    -Ma mi hai fatto correre così tanto e neanche entri?- le feci notare prendendola in giro: -e poi non ti hanno insegnato a non toccare i vetri che si sporcano un sacco?- aggiunsi inarcando un sopracciglio.
    Ok, era un commento probabilmente ridicolo, ma i miei mi avevano terrorizzato fin da piccolo con questa cosa dei vetri, tanto che mi veniva automatico starci sempre distante.
    Mi avvicinai dunque alla porta e la aprì a metà: -Ma ti muovi?- le dissi imitando la sua voce e rendendola più stridula per prenderla in giro.
    Sarebbe stato un pomeriggio molto lungo, già me lo sentivo, ma forse, molto forse, ne saremmo usciti senza troppi lividi.


    ~ PARLATO: #e8523d
    ~ PENSATO:#732d20
    code © psiche
     
    Top
    .
10 replies since 1/7/2021, 21:06   159 views
  Share  
.