It's been a long day without you, my friend

LisxHarry

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    Quell'estate non era la stessa, quell'estate non ci sarebbe stata nessuna vacanza al mare, nessun viaggio. Senza suo padre avrebbero dovuto rivedere tante cose, svuotare gli armadi e sistemare la casa in una maniera leggermente diversa; Lisbeth non avrebbe voluto fare ritorno a casa, si era rifugiata ad Hogwarts come se non fosse mai successo niente di così grave, eppure il veleno che aveva ormai preso possesso del suo corpo stava ad indicare che per lei, nonostante fosse lontano da casa, le cose erano cambiate eccome. Sospirò osservando l'orologio, come sempre si era anticipata di dieci minuti da Florian Fortebraccio, dove aveva dato appuntamento ad Harry S. Holmes. Si chiese come avrebbe fatto senza lui ad Hogwarts, intristita dall'idea che il Corvonero potesse essere assente, con lui si sentiva al sicuro e libera di esprimere la parte più dolce di sé, quella più esposta al dolore, più sensibile. Harry era uno dei pochi ad avere quel privilegio e non lo avrebbe concesso ad altri, gli voleva bene e lo teneva in considerazione per la persona che era, per la sua originalità. Lui era davvero quello che riusciva a tirare fuori un po' di luce da quell'oscurità. Si guardò attorno alla ricerca del fenicottero Corvonero, mentre lisciava la gonna del vestito rosso fiammante.



    ~ PARLATO: #03412B
    ~ PENSATO: #36574e

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    Mai come quell'estate, Harry stava passando quasi ogni giornata fuori casa. Se prima aveva pensato che la smaterializzazione l'avrebbe aiutato a ridurre le distanze, ora doveva ammettere di essersi sbagliato perché quando uno si ritrovava ad essere in ritardo lo sarebbe stato anche con un potere del genere. Con l'idea di poter coprire una distanza in meno di un secondo, ci si sedeva un po' sugli allori e si rischiava - esattamente come stava succedendo in quel momento - di fare ritardo. Ma non era colpa sua se all'inizio del tirocinio Louis lo aveva viziato con i prodotti di sua zia e ora il momento post doccia per i suoi capelli era uno tra i più importanti per la self-care. Così si era messo la prima camicia che aveva trovato disponibile e perfettamente stirata nell'armadio, aveva aggiustato con un'ultima toccata i capelli che spostò tutti a destra prima di salutare i suoi parenti e smaterializzarsi direttamente davanti l'ingresso di Florian Fortebraccio. Lo sbalzo termico era ciò che più lo destabilizzava in quelle giornate d'estate tra l'interno della propria casa e l'esterno, così si ritrovò leggermente sbilanciato in avanti, dovendo allungare una gamba davanti a sé per non cadere. - Lis! - Esclamò non appena la vide, allargando le braccia con un grande sorriso e beccando la spalla di un mago che si voltò a guardarlo subito male e che non perse tempo a far scivolare il proprio sguardo sul corpo del Corvonero. Forse quella camicia era troppo chiara o i jeans troppo stretti o gli stivali non gli piacevano per niente. Magari era perché non indossava un cappello a punta né un mantello? In un luogo come quello ancora erano perfettamente distinguibili i nati babbani dai nati maghi e quello Harry non seppe dire se era un bene o un male. Avanzò poi verso la ragazza dopo essersi scusato velocemente con il signore che proseguì la propria camminata. Le allungò un braccio in vita per tirarla più vicino e lasciarle un bacio sulla guancia. - Come stai? Aspettavi da tanto? -

    #EEEBD3 Parlato #331E38 Pensato

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    Harry non poteva essere non notato, in quel mare di inglesi con il viso smunto, la faccia avvilita, le preoccupazioni sempre per la testa o così ubriachi da risultare schifosi, arrivava sempre in tutto il suo splendore: alto, con i capelli lunghi e una camicia celeste che risaltava perfettamente il suo viso e la sua figura. Era così raggiante e bello che Lisbeth non riuscì a non aprirsi in un sorriso addolcito una volta che le si avvicinò. Si lasciò stringere e baciare la guancia, allungando a sua volta le mani sulla vita di lui - che era alla sua altezza - stringendolo in un abbraccio leggero.
    - Diciamo bene, il rientro a casa è stato difficile, ti lascio immaginare. -
    Harry era l'unico, insieme a Thomas a sapere cosa stesse vivendo la ragazza e quale situazione terribile stesse attraversando. Gli sorrise spontaneamente, Harold Scott Holmes riusciva a tirare fuori una Lisbeth Wilson così buona, di cuore e diversa dalla solita Lisbeth, che alle volte faticava a riconoscersi anche lei.
    - Comunque no, sei in perfetto orario, mi sono anticipata io di qualche minuto! Ma tu...piuttosto, perché sei sempre più alto e più bello? -
    Inarcò le sopracciglia con aria furba e in maniera maliziosa, invitandolo a prendere posto al tavolo per poi sedersi anche lei.
    - A parte la situazione a casa, tutto bene, ho superato i G.U.F.O. e ho iniziato già a studiare, come ben sai, dal tuo libro di Pozioni. Sto cercando di portarmi avanti con i programmi, poi capita che mi godo giornate fuori a passeggiare. Tu? Come stai?-
    Le era bastato poco, lontana dal Corvonero, per rendersi conto di quanto le fosse mancato. Harry era l'unico che poteva definire un Amico con la A maiuscola. Aprì il menù sul tavolo, osservando con insistenza il gelato al cioccolato fondente e la panna. Sì, avrebbe decisamente ordinato quello.


    ~ PARLATO: #03412B
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    Lisbeth era sempre stata ai suoi occhi come una di quelle meravigliose persone che va guardata sbocciare: con calma e da lontano, senza toccare, senza interferire. Era come se la Serpeverde avesse ben in mente dove fosse diretta e chi volesse essere, con quella luce sempre viva negli occhi e quel tocco di fragilità nascosta sotto la superficie spessa e Harry era così onorato di poter stare lì a godersi la sua fioritura.
    La guardò sorridergli e ricambiare il suo con naturalezza e quella, nonostante tutto ciò che poteva star succedendo alla sua famiglia, era felicità vera. Le strinse la spalla empatico mentre lei spiegava in brevissimo come fosse stato difficile per lei tornare a casa, accogliendo poi con un grande sorriso il suo complimento, correndo a passarsi una mano tra i capelli lunghi. - Mi viene tutto molto naturale, ma mai come a te! - Accettò i suoi complimenti scherzandoci su e ricambiando quell'apprezzamento.
    - Oh e lo sai che a tirocinio sono ancora più bello di così? Con il mio bel camice con le iniziali che qualcuno mi ha regalato! - Riprendere il tirocinio quell'anno era stato più bello del solito, quando all'inizio invece aveva temuto il peggio. Tra i nuovi arrivi e i cambiamenti era stata una vera sorpresa. Seguì Lisbeth poi seduto al tavolo e le si sedette accanto invece che davanti, afferrando anche lui il menù e cominciando a leggere ma riemergendo solo per concederle un piccolo occhiolino quando lei parlò del suo vecchio libro di pozioni. Gliel'aveva lasciato prima di partire per tornare a casa quell'estate e augurarle la buona fortuna. - Anche io mi sto portando avanti con il programma per l'anno prossimo, ma per fortuna riesco a trascorrere lo stesso tempo che passo in casa, anche fuori. Ho tutte le mattine tirocinio per qualche ora, quindi mi tengo ben impegnato! - Passava le giornate tra i suoi libri babbani, il programma del settimo anno dell'anno successivo, Eliot, Daniel, Grace, Holly, Steve e anche Blake e Victoria con le quali era riuscito a trascorrere un pomeriggio divertente, all'insegna delle curiosità più disparate sulla storia medievale babbana. - Poi a casa, beh, al solito. Io e mia sorella a litigare per dimostrarci che ci vogliamo bene, mia nonna che mi chiede di presentarle la mia fidanzata o il mio fidanzato. A breve prendo qualcuno a caso per strada e glielo porto. - Ammise ridendo e tornando a nascondersi dietro il proprio menù. Neanche con Gemma si tratteneva dal fare richieste del genere, ma lei si limitava a risponderle che non avrebbe portato mai nessuno a casa e che lei se ne sarebbe dovuta fare una ragione, a differenza di Harry che invece rideva e poi cambiava discorso. - Se hai tempo e una di quelle passeggiate ti va di farle in compagnia, sono qui ti prego! - Disse ridendo. Se lei avesse potuto salvarlo sarebbe stato molto gradito.

    #EEEBD3 Parlato #331E38 Pensato

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    Scosse il capo divertita alla risposta del Corvonero, Harry per Lisbeth era etereo, non avrebbe saputo definirlo in altro modo: così puro, così intelligente e bello nel suo essere che aveva paura di poterlo rovinare con il suo veleno. Eppure, proprio perché era colmo di luce bianca, Lisbeth in sua presenza tirava fuori quel piccolo sprazzo di luce che nascondeva sotto un mare di oscurità e non perché si sentisse costretta ma perché non riusciva a non tirare fuori il suo meglio con lui e le veniva in maniera naturale. Lei amava Harry, lo amava profondamente per la persona che era e non nel senso sentimentale del termine, il Corvonero per lei era come un fratello, lo amava in maniera viscerale e familiare.
    Sorrise al suo accenno al tirocinio e gli sospinse la fronte con l'indice.
    - Scommetto che te tutti ti hanno invidiato il camice, diciamolo...quei colori ti stanno così bene e poi le iniziali colorate le puoi avere solo tu!-
    Lo immaginava mentre parlava ai pazienti, mentre leggeva le cartelle e si interfacciava con i medimaghi e sapeva quanto la stanza fosse luminosa con la sua presenza. Certo, sarebbe stato strano vederlo con una divisa diversa da quella di Hogwarts ma sapere che, in qualche modo, fosse sempre con lui, le scaldava il cuore.
    - Comunque, non ti nego che te ne sto facendo fare un altro ma non per il compleanno! -
    Non gli avrebbe rivelato il colore ma quel regalo non voleva che fosse per il compleanno o per un'occasione, semplicemente le andava di farglielo fare per potergli dare un ricambio valido. Sarebbe stato di un bel rosa fenicottero con iniziali nuovamente colorate ma che si sarebbero abbinate ai colori più estivi, che gli avrebbero fatto risaltare l'abbronzatura. Era contenta che anche lui si tenesse impegnato e all'allusione sulla fidanzata/o, rise.
    - Invece di prendere uno sconosciuto per strada puoi portare me! Ma...mi presenterei vestita da Medusa, però.-
    Credeva fermamente che alla nonna sarebbe venuto un infarto se avesse conosciuto Lisbeth, sicuramente non era la persona più docile e carina da presentare alla famiglia.
    - Ma...a proposito di fidanzati, qualche volta da lontano ti ho beccato con Louis e lo so, non si spia, ma io mi muovo silenziosa e nell'ombra, lo sai! Ma...C'è qualcosa che devo sapere?-
    Mosse ripetutamente le sopracciglia, sorridendogli in maniera maliziosa. Quei due non gliela contavano giustissima, pur non ascoltando le loro conversazioni, pur vedendoli per poco da lontano, sembravano in una sorta di sintonia scherzosa. Quando poggiò il menù sul tavolino di ferro colorato, attese l'arrivo del cameriere ed ordinò il suo gelato, attendendo l'ordine di Harry.
    - Ti scrivo, puoi starne certo! La mattina sono a lavorare ma i pomeriggi mi trovi tranquillamente ad aspettarti!-
    L'avrebbe avvisato sì. Si sentiva più leggera da quando aveva dovuto smettere di allenarsi in Occlumanzia e Legilimanzia, anche se sapeva benissimo che a Settembre avrebbe ripreso con allenamenti ancora più difficili.


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    Edited by Waxing Moon ~ - 27/7/2021, 16:58
     
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    Poteva dirlo forte che gli invidiavano la divisa. Grazie al cielo bastava un colpo di bacchetta per farla ritornare pulita e fresca come appena uscita dalla lavatrice, ma senza che si rovinasse.
    Il primo giorno gli era capitato di scontrarsi con un altro tirocinante che gli aveva versato una pozione addosso e, come se non bastasse, c'era stato anche il vomito qualche giorno dopo, oltre che il sangue. Quindi ecco, Harry si era specializzato nell'incanto di pulizia e sterilizzazione apposta per quel motivo particolare e non solo perché era un regalo di Lisbeth. Non lo allettava la possibilità di girare con qualcosa di sporco a dosso a contatto con la pelle, non oltre l'orario del suo tirocinio comunque. Prima di entrare a casa era un must ripulire tutto e poi buttarsi anche sotto la doccia.
    - Infatti è perfetto. - Chi altri aveva un camice con le proprie iniziali colorate sul taschino? Solo lui e per di più era perfettamente in character che l'avesse. Quando poi lei azzardò a dargli quella piccola anticipazione, Harry fremette dalla curiosità. - E per quando? E di che colore? - Lui e la sua impazienza genetica. Alle volte, sentendosi da fuori, suonava proprio come Gemma meno i versi lamentosi che solitamente seguivano le sue parole. Provò a distrarsi continuando a parlare d'altro, puntando sulla cozza di sua nonna che non voleva smollarlo, mannaggia a lei e quella sua ossessione per i compagni o compagne che fosse. Rise alla proposta di Lisbeth. - Temo che mia nonna possa addirittura apprezzare il travestimento! - Confermò divertito. Gli unici che conoscevano la sua famiglia erano Eliot, Daniel, Holly e Grace, chissà se avesse potuto invitare qualcun altro per allargare sempre di più quel punto di incontro tra il mondo magico e quello babbano. Preso dal menù, scrutando attentamente tutte le proposte che quel locale offriva, Harry quasi si strozzò con la propria stessa saliva quando Lisbeth dal nulla parlò di Louis e di come apparentemente sembrasse qualcosa che non era. - Che cosa?! -
    Chiese dopo essersi ripreso in un secondo. - Se ci hai visti insieme è probabilmente perché lo stavo portando da qualche professore per una punizione. Se invece ci hai visti a notte fonda, beh non si fa, ma anche lì sicuramente lo stavo riportando in Sala Comune. Per le orecchie. - Com'era successo una volta, ma diretti verso il cunicolo di Persefone e non certo verso i dormitori. - Si diverte a farvi perdere punti. - Informò con un piccolo cenno del capo. Sicuramente Lisbeth se n'era accorta del suo atteggiamento non tanto corretto nei confronti sia delle regole che dei propri compagni di casata.
    - Il pomeriggio sono libero di lunedì, mercoledì e venerdì. Direi che è ottimo! - Esclamò in risposta ai momenti in cui si sarebbero potuti vedere per una passeggiata in compagnia, tornando poi con gli occhi sul menù. - Tu che prendi? - Molto probabilmente avrebbe copiato poi la sua scelta.

    #EEEBD3 Parlato #331E38 Pensato

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    Era contenta di aver indovinato perfettamente il regalo di Harry, era contenta che pur non avendone mai parlato apertamente, avesse indovinato il suo "stile" e la sua tipologia di differenziazione, non che si aspettasse diversamente da lui. Il Prefetto era sempre gentile con tutti ed era sicura che qualsiasi regalo gli fosse arrivato lo avrebbe accolto comunque con entusiasmo proprio per il gesto in sé, ma l'idea di conoscerlo - in qualche modo - al punto da riuscire ad indovinare il regalo la faceva sentire serena. Lo aveva osservato per tanto tempo, aveva visto i suoi meravigliosi anelli e il modo di distinguersi sempre dalla massa... non avrebbe potuto scegliere un regalo diverso per lui.
    Sorrise divertita alla sua curiosità, era la prima ad andare in escandescenza - nel profondo - quando qualcuno le svelava che ci fosse un regalo.
    - Sai benissimo che dalla mia bocca non uscirà un fiato, Holmes! Te lo darò a tempo debito.-
    Appoggiò il viso sul palmo, dopo aver puntato il gomito sul tavolino e si lasciò cullare dal vento leggero osservando il volto di Harry, i suoi capelli lunghi e le iridi chiare. Quanto gli sarebbe stato bene il camice rosa fenicottero e le iniziali in celeste!? Prima o poi sarebbe passata al San Mungo solo per vederlo lavorare e per portargli un caffè.
    Rise, poi, al sentirlo nominare la nonna e si immaginò per un secondo a conoscere la famiglia di un amico, a sentirsi inclusa...e sentì una morsa allo stomaco. Lei era rimasta da sola con la madre, non aveva altri a cui rivolgersi, non aveva nonni, quell'equilibrio si era rotto un'estate prima.
    - Beh, allora direi che tale nipote tale nonna! Ti ho visto lo scorso Halloween, ho visto il grande sguardo di apprezzamento al mio travestimento! Quest'anno chissà come mi vestirò...non ho assolutamente idee.-
    Non negava che le sarebbe piaciuto vestirsi da Mangiamorte ma sapeva di non poter azzardare a tanto, non solo l'avrebbero espulsa ma avrebbero anche pensato che - in realtà - la sua idea era cercare di avvicinarsi il più possibile a loro. Osservò a lungo Harry e la sua reazione su Louis fu... divertente. Si sporse verso di lui con un'espressione di malizia e gli sorrise.
    - A notte fonda?! Harold Scott Holmes, ha qualcosa da dichiarare? Eh? Ti ricordo che Louis frequenta il mio stesso anno ed è incline all'infrazione delle regole...pensi davvero che, una competitiva come me e che tiene alla coppa, non lo tenga d'occhio?-
    Lisbeth era pericolosa, silenziosa ed osservatrice acuta, li aveva visti insieme ogni tanto e si era chiesta come quei due potessero funzionare, ma...insomma, anche lei ed Harry funzionavano pur essendo molto diversi.
    - E conosco il modo farfallone di Louis con i ragazzi.-
    Drew, Thomas, il veterimago, il medimago... Louis non aveva mancato di stilare l'elenco di fighi che si sarebbe volentieri portato a letto, per non parlare di quando le aveva raccontato che la sera del canto delle Sirene, lui era in un altro letto. Incrociò le dita tra loro, portando il mento al di sopra delle mani, arcuando le sopracciglia.
    - Quindi...ci ha già provato con te? -
    Sorrise divertita all'idea di quei due, sarebbero stati come cane e gatto. L'argomento si spostò sui loro appuntamenti settimanali, le piaceva l'idea di poter vedere Harry spesso.
    - Bene, allora avrai qualche pomeriggio impegnato...a patto che però manteniamo questi incontri settimanali anche ad Hogwarts!-
    Lisbeth non concedeva tempo ad Harry, Lisbeth avrebbe voluto passare davvero del tempo con lui e per la prima volta in vita sua non voleva stare rintanata in Sala Comune ma aveva voglia di condividere le giornate con qualcuno di valido.
    - Prendo fondente e panna! Tu?-
    Luce ed ombra nella stessa coppetta. Sarà stato un caso?



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    Ovviamente tutti gli amici di Harry - quindi compresa Lisbeth - sapevano benissimo quanto fosse controproducente avvisare il Corvonero di avere una sorpresa o un regalo pronto e puntualmente glielo facevano sapere. Forse era un loro piacere sadico quello di vederlo arrovellarsi sugli indizi minimi che venivano lasciati in giro, pronto sempre a rimettere insieme i pezzi di un puzzle più grande che puntualmente non veniva mai fuori. Certo, perché i suoi amici sapevano anche di questa sua tendenza e di solito aggiungevano a indizi veri, qualcuno per sviarlo completamente. "È piccolo, ma è anche grande!" Aveva detto una volta Eliot, lasciandolo deragliare completamente dal regalo originario: un modellino molecolare di chimica. Lisbeth non era da meno, anche se fortunatamente giocava molto meno con la sua mente, ammettendo immediatamente che lei non si sarebbe fatta scappare assolutamente nessuna informazione. Quindi tanto valeva mettersi l'anima in pace. Non aggiunse niente, ma mise il broncio con tanto di labbro inferiore che sporgeva per provare a farle capire almeno un minimo la sua sofferenza e il dramma nell'ascoltare quelle parole senza poter sapere di più. Abbandonando completamente quell'argomento, Harry raccontò divertito di sua nonna e le peripezie che era costretto a subire a casa. A quanto pare era più simile a lei di quanto pensasse. - Come avrei potuto non apprezzare? L'autoironia è la caratteristica che amo di più di te. Sei una ragazza molto sveglia, Lisbeth Wilson! - Era stato quello a colpirlo di lei la sua intelligenza e ironia pungente. Se quel giorno sulle scale lei fosse stata meno di quello che era, sicuramente gli avrebbe risposto male, rischiando di cominciare una discussione infinita che Harry avrebbe concluso con delle semplicissime scuse. E invece no. Lei aveva colto una palla che il Corvonero non sapeva neanche fosse pronta al balzo e l'aveva usata a suo vantaggio. Era stata scaltra. - Magari da qui ad ottobre escono delle novità. Sono pronto a festeggiare alla grande per quest'ultimo anno. - E non era l'unica cosa che era pronto a fare. Certo le feste, ma anche le lezioni e gli incontri dei vari club lo avrebbero tenuto ben occupato, perché quello sarebbe stato l'ultimo anno e la scuola aveva intenzione di viverla a pieno fino in fondo, fino a dimenticarsi che fuori da quelle mura esistesse altra vita. Le vacanze di Natale non lo avrebbero visto neanche con il binocolo a Londra. E meno male, visto le minacce piccole e infondate di Louis, che aveva detto che nel momento in cui sarebbe diventato maggiorenne sarebbe andato a tormentarlo con qualche incantesimo. E, a proposito di Louis... ad Harry divennero le orecchie rosse all'insinuazione di Lisbeth, che sembrava così scioccata e convinta al tempo stesso. - A notte fonda perché infrange il coprifuoco e io ho la ronda! - Ci tenne a sottolineare, nel caso fosse scappato quel punto fondamentale. Ovviamente lei lo conosceva, essendo allo stesso anno e per le motivazioni che aveva detto lei, quindi chiaramente conosceva anche certe sue inclinazioni. - Louis non ci prova con me e grazie al cielo. Altrimenti si sarebbe ritrovato in Alaska. - Commentò con un sorriso tirato da finto psicopatico. Solo una volta ci aveva provato, ma sia lui che l'altro sapevano benissimo che fosse stato per provare ad evitarsi una punizione e non aveva certo funzionato, anzi era stato troncato sul nascere senza la minima malizia a ricambiare quei commenti. Carte scoperte e via, come al solito. - Quando non voglio spedirlo in Alaska però gli permetto di acconciarmi i capelli. - Confessò con un piccolo sorriso. Okay che gli avrebbe tolto punti fino all'ultimo millesimo di secondo che fosse rimasto in quella scuola, ma aveva un talento con l'hair styling, perché sprecarlo in quel modo barbaro? I suoi capelli ne avevano avuto bisogno, soprattutto poi dei prodotti che gli aveva portato il primo giorno di tirocinio. - Per Hogwarts avrò un'agenda fittissima, ma sono sicuro che riuscirò a trovare qualche buco per questi incontri. - Le sorrise facendole un occhiolino prima di guardare di nuovo il menù e chiederle cosa prendesse. - Io uguale, ma la panna montata sopra! - Decretò chiamando poi il cameriere di turno che prese velocemente le loro ordinazioni prima di sparire nel locale.


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    Sorrise alle parole di Harry, con un'autostima come la sua Lisbeth non avrebbe potuto essere né più né meno che autoironica e - seppur odiasse chi osava prendere confidenza con lei - con Holmes le cose erano andate in maniera completamente diversa. Ricordava perfettamente l'incontro dell'anno precedente, il modo simpatico di fare del Corvonero , il fatto che fosse ammaliato da lei e che in qualche modo si sarebbe fatto pietrificare anche lui; ricordava la sensazione di calore e di serenità nei suoi confronti, la stessa serenità che provava lì, in quel preciso istante, con la differenza che ormai ritenesse Harry un vero amico, che si fidasse di lui al punto da raccontare di sé. Lisbeth non aveva provato questa sensazione con nessuno in ambito amichevole e sorrise ripensando all'anno prima, al loro incontro sulle scale del settimo piano, quando si era detta che comunque non si sarebbe fidata del Prefetto e invece era bastato poco.
    - Potremmo vestirci in coppia, oppure ci sorprenderemo a vicenda, chissà.-
    Lasciò scorrere lo sguardo nelle iridi verdi-azzurre del Corvonero, era sicura che un travestimento di coppia con Harry sarebbe stato qualcosa di fenomenale, di stravagante e che nessuno si sarebbe mai aspettato. Immaginò per un secondo lei ed Harry ricoperti di piume, con occhiali super colorati e stivali lucidi ma scosse il capo, tornando a prestargli attenzione quando l'argomento virò su Louis e le orecchie del ragazzo presero fuoco. Gli occhi della Serpeverde ebbero un guizzo, le pieghe ai lati si sollevarono assieme alle sopracciglia mentre un sorriso sornione le si dipingeva sul volto.
    - Sei certo che si ritroverebbe in Alaska? Già il fatto che riesca a metterti le mani tra quei preziosi capelli che hai...beh la dice lunga. -
    Le divertiva scoccare il dardo e aspettare che bruciasse, non sapeva nulla di Louis ed Harry, ma stuzzicarlo sull'argomento sembrava divertente, specialmente dopo l'arrossamento delle orecchie. Allungò ancor di più lo sguardo indagatore su di lui, mentre prendeva a giocherellare con la sua ciocca di capelli castani, schiariti ormai dal sole e cresciuti abbastanza. Il sorriso tirato di Holmes non gliela contava affatto giusta.
    - E dimmi...dov'è che lo avresti trovato a notte fonda? Stava uscendo dal Dormitorio di qualcun altro?-
    Una domanda buttata lì...o forse no. Lisbeth non amava il gossip ma prendere in giro in modo bonario il suo unico amico la faceva sentire una quasi-sedicenne degna di quell'età, in rare occasioni.




    ~ PARLATO: #03412B
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    L'ultima volta che aveva osato vestirsi in coppia era stato con Eliot almeno due anni prima, quando avevano deciso di essere un unicorno a due teste ma senza sedere, visto che nessuno dei due voleva prendere quella postazione imbarazzante. Chissà perché poi. Non che con Lisbeth si sarebbe abbassato di nuovo a quel livello di ridicolaggine - ed era un peccato, perché quello rientrava comunque tra i suoi travestimenti migliori! - ma pensare un vestito in coppia era qualcosa di molto delicato e andava deciso con attenzione e con convinzione da parte di entrambi. Forse avrebbero potuto davvero provarci per l'anno seguente, tanto c'era tempo, no? Però l'idea di sorprendersi a vicenda anche era interessante, anche più della prima per quello che riguardava Harry, il quale l'anno precedente non ci aveva messo poi chissà quanto a decidere il proprio. Di getto e all'improvviso, quasi all'ultimo minuto. - Vediamo. Nel caso dovessi trovare dei vestiti perfetti per noi, allora non mi scappi. Se invece dovessi trovare prima qualcosa che ti sorprende, allora vada per quello! - Sarebbe stata questione di tempistiche. Harry era il tipo di persona che aveva immediatamente un colpo di fulmine per le cose, che fosse un vestito, un paio di stivali, una giacca, un libro o un tatuaggio e non era facile poi per lui tornare indietro. In quel caso, il vestito che gli fosse piaciuto per primo sarebbe stato quello designato e nulla gli avrebbe poi fatto cambiare idea. L'espressione della Serpeverde però cambiò radicalmente quando cambiò anche argomento di conversazione, passando al suo compagno di anno e di casata, diventando più furba e indagatrice. Harry avrebbe smontato qualsiasi castello in aria stesse provando a fare con quegli occhi brillanti e vispi. Scosse la testa sorridendo con tanto di fossette a testimoniare che il suo fosse un divertimento sincero. - Al Polo Sud. Anche peggio. - Le rispose sicuro. - Ma non è niente male con i capelli, quindi glielo permetto. Non glielo dire che te l'ho detto! - Si premurò di aggiungere subito dopo. Lui glielo diceva solo quando gli veniva spontaneo farlo e già erano troppe volte, visto quanto gongolasse il Serpeverde, figurarsi cosa avrebbe combinato a sapere che andasse a dirlo in giro. Nonostante i complimenti se li meritasse tutti, visto anche i nuovi prodotti che ad inizio tirocinio gli aveva portato - come li aveva portati anche alle altre. Da un lato però Lis aveva ragione. Per quanto il Corvonero si nascondesse dietro la scusa del 'è il mio hair stylist', sapeva benissimo quanto a Louis piacesse sentire la morbidezza dei suoi capelli. Un po' perché era innegabile che lo fossero e un po' perché era anche merito suo se lo erano. Per di più, non perdeva occasione per toccarli, che fosse una tirata di ciocca o il premere sullo chignon che usava farsi durante i turni complicati. Ma nessun problema, perché lo aveva già minacciato due volte che se non l'avesse fatta finita, allora avrebbe trovato qualcun altro per acconciarglieli. Scosse di poco la testa per tornare alle parole di Lisbeth che, da brava segugio, non si lasciò scappare l'occasione di punzecchiarlo un altro po'. - Non l'ho mai beccato ad uscire dal dormitorio di qualcuno. All'idea che possa accadere, mi vengono i brividi. - La cosa peggiore era che Louis non avesse nascosto per niente il fatto che, in realtà, non sempre aveva bisogno del dormitorio di qualcuno per combinare qualcosa. - Anche perché da come ne ha parlato potrei benissimo coglierlo in flagrante in qualsiasi parte del castello dopo il coprifuoco. E questa cosa è ancora più spaventosa. - Grazie a Dio, a Merlino, a Cosetta e a chi più ne ha più ne metta, non l'aveva mai sorpreso in atteggiamenti intimi con qualcun altro. Harry era stato fortunato comunque, perché gli era capitato una sola volta in tutta la sua carriera da Prefetto di beccare due a darci più dentro di solo un bacio appassionato. Se avesse visto Louis probabilmente avrebbe chiuso gli occhi e avrebbe cominciato ad urlargli contro. Ma come minimo. - Per di più, mi pare d'aver capito che predilige le Serpi. In quel caso non ci sarebbe problema a sgattaiolare da un letto all'altro. - Spiegò, sperando che quel particolare potesse bastare a Lisbeth per convincersi. Vide il cameriere tornare da loro con le ordinazioni e gentilmente Harry lo aiutò a servirli prima di lasciargli sul vassoio il conto saldato, allungando poi una mano verso la ragazza per fermarla. - Oggi pago io, così abbiamo una scusa in più per vederci e la prossima è tua. - Si affrettò a dire, prima che potesse pensare di essersela scampata così. Dopotutto che sfizio c'era nell'avere amici se non li si poteva viziare neanche un pochino? Le avvicinò la coppetta come per brindare prima di affondarci il cucchiaino dentro. - Ma stiamo parlando troppo di me. O di Louis. - Iniziò, abbassando la testa ma tenendo fisse su di lei le iridi chiare. Lasciando in sospeso così la frase chissà cosa avrebbe raccontato...


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    Sorrise immaginando Harry vestito con una bellissima toga azzurro chiaro, una corona di foglie dorate sulla testa e un drappo rosso magenta, come un tipico imperatore romano e lei al fianco vestita da brava ancella. Sì, le sarebbe sicuramente piaciuto un travestimento storico-mitologico e le sarebbe piaciuto ancora di più perché Harry conosceva l'argomento ed esattamente come lei, adorava sapere tutto, adorava conoscere e riempirsi di cultura. Lasciò parlare il Corvonero, sorridendo maliziosamente alle sue affermazioni; credeva fermamente che Harry pensasse davvero tutto ciò che diceva, che lo avrebbe punito se lo avesse trovato in determinati atteggiamenti e che per fortuna non aveva assistito a niente di simile, però, era il modo in cui ne parlava a far pensare a Lisbeth che le cose non stessero esattamente così. Era convinta che - in qualche modo - ad Harry piacesse la compagnia di Louis e, seppur così diversi, lui si divertiva a riprenderlo. Avrebbe usato un tono greve, più freddo se fosse stato qualcuno di diverso, se avesse colto in fragrante qualcuno che non gli andava a genio. Le ricordava quei bambini che non riuscivano ad ammettere che gli piacesse qualcuno e dicevano di odiarlo e sorrise lasciandosi andare a quel pensiero.
    - Louis predilige il bello, l'intrigante e anche un po' il proibito. Diciamo che non ha una propensione per la Casa ma per la persona. Comunque capisco, Louis è fastidioso quando si vanta delle sue conquiste...ma è fatto così. -
    Si chiese cosa ne pensasse il Serpeverde di Harry ma non si sarebbe infilata in una conversazione del genere con Malfoy, specialmente perché teneva molto al Corvonero e perché non si era mai impicciata - né lo avrebbe mai fatto - in affari simili. Serrò leggermente lo sguardo alla presa di posizione di Holmes sul pagamento, ma acconsentì all'offerta successiva.
    - Tanto lavoriamo nello stesso posto, non potrai sicuramente tirarti indietro se ti offro qualcosa!-
    Lisbeth gli avrebbe portato a metà del mese - 15 luglio - il camice nuovo che gli aveva fatto fare, con accanto una bella colazione per potergli far affrontare al meglio la giornata. Si sorprese di se stessa, della dolcezza che tirava fuori con il Corvonero al suo fianco, del suo essere quasi un'altra persona. Agguantò il gelato e affondò il cucchiaino nella coppetta, intenta ad afferrare panna e fondente assieme pregustando già il tutto, prima di adagiarlo sulle papille gustative. Alla domanda implicita dell'amico, le iridi verdi della Serpeverde si posarono in quelle chiare di Harry.
    - Sto passando la mia estate tra studio e tirocinio, vorrei riprendere le lezioni di Occlumanzia e Legilimanzia e...boh, dovrei andare in Scozia da Tom per qualche giorno, ultimamente l'ho visto poco.-
    Raccolse un'altra cucchiaiata di gelato pensando a quanto si sentisse lontana da Thomas, sia fisicamente, sia emotivamente, forse per la distanza dovuta ai G.U.F.O. e ai tirocini , forse per il fatto che non avevano comunicato in quel periodo...non sapeva spiegarselo.


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    Alla spiegazione su Louis di Lisbeth, Harry alzò un sopracciglio, sorpreso del fatto che lei lo conoscesse così bene. Il Corvonero non avrebbe certo commesso l'errore di pensare che solo perché fossero dello stesso anno allora il ragazzo si fosse fatto conoscere a prescindere, come una sorta di dovere morale nei confronti dei propri compagni di casata. Assolutamente no, più probabile invece era che Louis la trovasse interessante al punto giusto da darle qualche informazione che lei poi avrebbe messo insieme astutamente. Dopotutto non era un ragazzo impossibile da leggere se solo veniva data loro la possibilità di stargli intorno. Incrociò le braccia al petto con un'espressione compiaciuta mentre ascoltò fino alla fine le sue parole. - Quindi sono bello, intrigante e anche un po' proibito? - Le chiese immediatamente dopo con un sorriso, tornando poi appoggiato al tavolo mentre alzava e abbassava le sopracciglia con un'espressione maliziosa prima di ridere divertito. - Li prendo come dei complimenti, Lis, ti ringrazio. - Con un piccolo cenno riverente del campo le sorrise ora più sincero. Non aveva nessuna intenzione di continuare a parlare del Serpeverde al quale già così era stata data fin troppa attenzione, limitandosi a sbuffare divertito alle ultime parole di Lisbeth. - Sì, facciamo che è fastidioso e basta. - E il discorso si poteva chiudere così. Pagò tutto di tasca sua velocemente, contento del fatto che la giovane avesse accettato di buon grado e accolto la sua proposta per i giorni a venire, illuminandosi quando accennò al fatto che ormai lavorassero nello stesso posto. - Assolutamente no, anzi, sarò io a venire a cercarti. "Pensavi di sfuggirmi? Mi devi un tè!" - Imitò se stesso mentre s'immaginava faticosamente a rincorrerla per i corridoi del San Mungo pur di ottenere quell'offerta che gli aveva promesso. - E come sta andando lì, a proposito. Ti trovi bene? - Domandò curioso cominciando a gustare la panna montata in cima al suo gelato. Anche lei sembrava essere super impegnata durante quelle vacanze estive e solitamente era così per tutti: tre mesi di totale libertà nei quali schiacciare qualsiasi cosa. C'era il tirocinio, i parenti fuori da andare a trovare, vacanze con gli amici, tutto da dover incastrare alla perfezione e a volte non era così semplice come sembrava e il tempo scarseggiava sempre. - Come mai? Tutto bene tra di voi, no? - Domandò con il cucchiaino a metà strada. Anche i ragazzi c'erano di mezzo da incastrare in mezzo a tutte quelle cose da fare e per fortuna che Harry non aveva trovato nessuna difficoltà in quello!



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    Ah, Harold Scott Holmes, se Lisbeth non fosse stata Lisbeth, si sarebbe sicuramente innamorata di lui. Harry era bello, simpatico, buono ma - almeno secondo lei - in amore non doveva essere il pane, anzi, sembrava piuttosto risoluto sotto quel punto di vista ma restava sempre un'opinione sua, che lasciava il tempo che trovava. Non conosceva Harold sotto il punto di vista relazionale né le interessava conoscere quel suo aspetto di lui, specialmente perché per quanto gli amici potessero raccontarsi e spiegare le situazioni, nessuno sapeva la verità dove si trovava né le sensazioni delle due persone in questione. A quelle affermazioni e a quella malizia rispose con una risata ed un sorriso.
    - Mi piace come rigiri le cose su di te ma si parlava di ciò che predilige Louis, nel caso in cui tu dovessi beccarlo a sgattaiolare da Dormitori altrui. Anche se penso che la pena possa essere bella alta, ci è proibito entrare nelle varie Sale Comuni. Comunque...-
    Se solo fosse stata Prefetta avrebbe volentieri infranto le regole entrando nelle varie Sale Comuni per visitarle, anche se aveva ancora il Mantello dell'Invisibilità per poterlo fare. Si immaginò immersa nella Sala Comune dei Corvonero, dove sentiva - in parte - di appartenere, carica di libri e di mappe astronomiche. Spostò le iridi verdi nuovamente sul Prefetto, infilando il cucchiaio nel gelato.
    - Se non fossi Lisbeth Wilson, io sarei una di quelle ragazzine fastidiosamente urlanti, innamorate di te.-
    Asserì convinta portando il cucchiaio colmo di fondente alle labbra. Quanto diamine le piaceva il gelato?! Era l'unico dolce che riusciva a mangiare con felicità, almeno lì in Inghilterra. Lasciò che l'argomento Louis Malfoy cadesse e facesse spazio alla battuta non battuta di Harry, era certa che l'avrebbe rincorsa per il San Mungo con la scusa di farsi offrire qualcosa, solo per vedere che lavoro stava facendo con i farmaci e con quale pozione era alle prese.
    - Ho desiderato questo tirocinio come si desidera l'acqua nel deserto e direi che ha superato di gran lunga le mie aspettative. Certo, la Farmacia del Misurino è stato un ottimo trampolino di lancio ma il San Mungo era dove volevo arrivare. Mi stanno insegnando tutte le erbe e i materiali da utilizzare per comporre diverse pozioni e assemblarle assieme ai farmaci, in più mi viene spiegata la patologia del paziente o la prognosi e in base a quello ci regoliamo di conseguenza, quindi direi che mi trovo più che bene!-
    Sapeva che il percorso sarebbe stato lungo e sapeva che avrebbe dovuto studiare anche tutta la parte di "medicina" per poter creare farmaci ma la cosa le piaceva e, soprattutto, più conosceva le malattie e i possibili rimedi, più avrebbe saputo anche come peggiorarle. Si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio a quella domanda ed annuì dopo aver deglutito un altro pezzo di gelato.
    - Sì, tra di noi va tutto bene, semplicemente con i G.U.F.O. e gli stage non siamo riusciti ancora a passare del tempo consistente assieme.-
    Una piccola omissione, non ebbe il coraggio di dire ad Harry che la distanza dalle persone alle quali voleva bene la trascinava in uno stato di totale apatia nei loro confronti e che con Thomas stava provando esattamente quella sensazione, quella stessa dannata sensazione che provava ogni volta che si sentiva distante da qualcuno.



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    Oh sì, lui era abbastanza bravo a rigirare le situazioni e le discussioni quando gli serviva, ma la maggior parte delle volte lo faceva in modo del tutto involontario come quella volta. Avrebbe preferito mille volte rigirare quella conversazione piuttosto che continuare sulla strada che stava spianando Lisbeth riguardo lui e Louis. Tornava comoda quella capacità alla fine, no? Sarebbe stato un peccato non utilizzarla. Sorrise abbassando la testa alle sue parole. - Ah, non si può? E io che speravo di poter fare un'altra gita da voi! - Sì, magari rivedere la Sala Comune Serpeverde senza quel macabro colorito rosso sangue sarebbe stata uno spettacolo da vedere. Con quelle grosse vetrate e le Creature Magiche che nuotavano nel Lago Nero indisturbate e osservate da chiunque fosse in quella stanza per rilassarsi o studiare in compagnia. Una pace, anche se un po' umidiccio come posto. I suoi capelli non avrebbero retto. Alla sua seconda affermazione Harry scoppiò in una fragorosa risata, con tanto di fossette sulle guance. - Davvero?! Non lo avrei mai detto. - Era strana da immaginare una dinamica del genere, soprattutto immaginare che Lisbeth potesse andare dietro ad uno come lui che forse sì, aveva una presenza esuberante, rumorosa e particolare, ma oltre quello c'era un bel gomitolo di emozioni e una buona porzione di chiusura sentimentale ancora non svelata a nessuno. Strano era, infatti, avere comunque un sacco di persone che pensavano che fosse la persona più brava, buona e disponibile del mondo. Ma forse le matricole mezze innamorate non dovevano contare. Spostò la sua attenzione poi su argomenti decisamente più importanti, cominciando a mangiare il gelato cucchiaino dopo cucchiaino mentre ascoltava l'esperienza della Serpeverde che, a quanto pare, era comunque piena e interessante quanto la sua. Fu contento di sentire tanto coinvolgimento da parte sua anche perché si vedeva che fosse qualcosa che l'affascinava parecchio e cosa c'era di meglio nell'amare il lavoro che si stava svolgendo? Era il miglior modo per imparare quello. - Meno male dai, sono contento! - Una volta fuori da scuola, Harry avrebbe proprio voluto vedere tutti i suoi amici felici e realizzati. Quando passarono a parlare di Harper per un attimo Harry ebbe l'impressione che qualcosa non andasse, ma per fortuna la ragazza chiarì velocemente che andasse tutto bene e che, com'era giusto che fosse, era solo il tempo insieme a mancare. - Riuscirete a fare una vacanza insieme, magari? - Chiese curioso, facendo di nuovo quel movimento malizioso con le sopracciglia. - Dai che finito questo tirocinio avrete sicuramente un sacco di tempo a disposizione, ne sono sicuro. - Era normale non trovare neanche il momento per guardarsi allo specchio in alcuni periodi, soprattutto quelli estivi per loro che tornavano da Hogwarts, ma spesso e volentieri si alternavano a dei periodi invece di nullafacenza totale. Ecco, quello sarebbe stato un ottimo momento poi per ritrovarsi.

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    Rise divertita alla battuta sulla Sala Comune anche se non le sembrava esattamente una battuta. Le avrebbe fatto piacere fargli visitare la Sala del suo colore originale, in fin dei conti.
    - Sai cosa potremmo fare? Durante una tua ronda serale, sì sono convinta ti facciano Caposcuola, potremmo cambiare colore alla tua divisa e mi potresti mandare un origami quando sei fuori dalla mia Sala Comune, così ti faccio accedere aprendo da dentro.-
    Era gelosa della sua Sala Comune, doveva ammetterlo, ma avrebbe chiuso un occhio con Harry, anche se nella Stanza delle Necessità aveva già visto come fosse la dimora dei verde-argento.
    - Beh, mi sono immaginata una ragazzina super affascinata da una persona alla quale piace la conoscenza, che è studiosa, che ama lo stage che fa e il lavoro che farà. Sai, una di quelle ragazzine che sognano ad occhi aperti...quindi direi di sì. Probabilmente sarei stata innamorata del tuo cervello se fossi stata diversa. Però, ahimé, ti tocca l'amica attratta dai bad boys. -
    Non riuscì a non farsi sfuggire un sorriso. Lisbeth era attratta da tutto ciò che era proprio controproducente ma, di fondo, lei in persona era così controproducente da non potersi legare ad una brava persona, di quelle ingenue e volte a dare il meglio di sé per migliorare quel mondo marcio. E proprio mentre pensava a Thomas, la domanda di Harry arrivò spontanea e precisa.
    - Vacanza da soli, no... cioè mia madre mi ammazza prima di mandarmi da sola con Tom in giro per il mondo, però posso andare qualche weekend da lui e lui da me. Dobbiamo ancora organizzarci ad essere sincera.-
    E non sapeva quando sarebbero riusciti ad organizzarsi. Passò il cucchiaio sul fondo della coppetta, lasciandosi deliziare dal gelato un po' sciolto e poi alzò lo sguardo al Corvonero.
    - Si è fatto un po' tardi, Mr. Holmes ed è arrivato il momento in cui la principessa rientri al Castello.-
    Si alzò dalla sedia in ferro battuto e si avvicinò al Corvonero, scoccandogli un bacio sulla guancia.
    - Grazie ancora per il gelato, la prossima volta offro io e ci vediamo in questi giorni al San Mungo.-
    Gli sorrise un'ultima volta prima di voltargli le spalle ed incamminarsi verso casa.



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