Words, how little they mean when you're a little too late.

Discorso del preside ~ 21 gennaio

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    Professore di Rune Antiche Preside di Hogwarts
    Niels Vestergaard
    Il sapere è il bastone della vita
    Quella mattina non avevo neppure fatto a tempo ad arrivare in Sala Grande che ero stato raggiunto dal custode, ricevendo quella terribile notizia.
    Quegli ultimi anni ad Hogwarts mi stavano mettendo alla prova come non mai: prima uno studente posseduto, poi una studentessa torturata dai mangiamorte e ora una giovane era morta senza che io mi accorgessi di nulla.
    Immediatamente mi trovai attanagliato dai sensi di colpa e dalle mie insicurezze. Come potevo continuare a dirigere Hogwarts se non ero in grado di proteggere gli studenti?
    Tuttavia non c'era tempo per la mia autocommiserazione, come preside tutti guardavano a me per essere rassicurati e istruiti su come procedere, non c'era spazio per i miei problemi personali.
    Avevo deciso di far tornare immediatamente tutti gli studenti nei loro dormitori e avevo dovuto avvisare il ministero che aveva inviato la Squadra Speciale Magica per indagare sull'accaduto.
    La giovane Mathilda era caduta dalla Torre Oscura, un posto diroccato e pericoloso dove era fin troppo facile scivolare, per questo il passaggio lì era proibito agli studenti.
    Non c'erano dunque dubbi su come fosse morta, il suicidio era una possibilità estremamente remota secondo i professori che avevano avuto a che fare con la piccola, perciò la vera domanda, fin da subito fu perché una studentessa del primo anno, una tra le più brave del suo corso e rispettosa delle regole secondo la sua capocasa, si fosse trovata in piena notte in un posto simile.
    Mentre auror e membri della squadra magica indagavano, interrogando le compagne di dormitorio della giovane Harper, io avevo dovuto avvisare la famiglia.
    Era stato un momento difficile, non avevo parole per spiegare loro cosa fosse successo, conscio che qualsiasi cosa avessi detto o fatto sarebbe stato troppo poco.
    Le indagini della squadra magica fecero emergere che Mathilda aveva avuto alcuni episodi di sonnambulismo a dicembre che erano stati notati dalle compagne di dormitorio.
    Avevamo quindi parlato con la signorina Patch, l'infermiera della scuola, ma Mathilda non si era mai fatta avanti con lei per parlare di questi episodi.
    L'unica cosa strana per la donna era che a dicembre il numero di studenti influenzati era aumentato parecchio rispetto agli anni prima e qualcuno aveva dichiarato di essersi svegliato fuori dal proprio letto senza ricordare come era arrivato lì.
    Avevo poi interpellato gli insegnanti, scoprendo da Anthioc come alcuni studenti fossero andati da lui per chiedere gli ingredienti per il distillato soporifero. Non era la prima volta che gli capitava quindi non aveva pensato di avvisarmi, ma sicuramente erano stati più alunni del solito a farne richiesta.
    Non ero sicuro che ci fosse un nesso tra tutte quelle informazioni, ma visti gli avvenimenti degli anni scorsi avrei sicuramente dovuto approfondire la questione.
    Nel frattempo però gli studenti aspettavano ancora di sapere cosa era successo, e avrebbero avuto bisogno di rassicurazioni da parte mia.
    Appena ebbi un momento libero mi rifugiai nel mio ufficio a rileggere alcuni tomi antichi che contenevano incantesimi di protezione e difesa. Come ricordavo c'era un incantesimo che, fatto da tutto il corpo docente assieme, avrebbe creato una barriera protettiva anti caduta.
    Così nel tardo pomeriggio, prima dell'ora di cena dove avrei dovuto parlare di fronte a tutti gli studenti, ci eravamo trovati tutti assieme per mettere in sicurezza la scuola.
    La Torre Oscura era stata anch'essa chiusa con un incantesimo potente che impedisse a chiunque altro di salirci.
    La consapevolezza che tutto quello però non avrebbe mai riportato indietro la studentessa mi stava divorando dentro, e parte di me credeva che avrei dovuto davvero dimettermi seduta stante, ma come mi aveva detto Øystein quella mattina quando gli avevo esternato le mie emozioni, andarmene nel momento in cui tutti avevano bisogno di direzioni e conforto non sarebbe stato di nessun aiuto.
    Così avevo ingoiato le mie titubanze e i miei sensi di colpa e mi ero diretto in Sala Grande, pronto ad affrontare l'assemblea degli studenti che si guardavano attorno confusi e incerti su cosa fosse accaduto. Solo tra i Serpeverde molti già sapevano, con tutto il via vai avvenuto nella loro Sala Comune durante la giornata.
    Prima che la cena iniziasse, presi la parola, avvicinandomi al leggio da cui potevo osservare tutta la sala.
    Cosa potevo dire a tutti questi giovani per non spaventarli a morte?
    La consapevolezza di aver fallito e essere venuto meno alla mia promessa di proteggerli era intollerabile ora che erano tutti davanti a me.
    Tutti meno una, che aveva pagato il prezzo più alto per la mia inettitudine.
    -È con grandissimo rammarico che vi informo che durante la notte, la giovane studentessa Mathilda Harper, è venuta a mancare cadendo dalla Torre Oscura- esordì, annunciando subito cosa era successo.
    Un mormorio attraversò la sala, trasformandosi velocemente in un gran vociare, mentre tutti si guardavano intorno alla ricerca dei loro amici, sconvolti e spaventati.
    Lasciai loro il tempo di metabolizzare le mie parole, prima di catturare di nuovo la loro attenzione.
    -La squadra speciale magica e tutto il corpo docente sta indagando per scoprire cosa è successo- continuai a raccontare: -oggi pomeriggio sono stati posti dei nuovi incantesimi di protezione anti caduta sul castello per prevenire simili episodi, e vi ricordo nuovamente che c'è un motivo se in alcuni luoghi di Hogwarts l'accesso agli studenti è vietato-.
    Non mi serviva guardarli per percepire il loro scetticismo, la loro paura, tuttavia non c'erano parole adatte in momenti simili, né rassicurazioni che potevo offrire che fossero sufficienti.
    -Da questa sera il coprifuoco sarà alle 19 subito dopo la cena e, almeno per una settimana, tutti i club extra scolastici saranno annullati, così come le visite a Hoghsmeade- continuai: -so che sarete tutti molto scossi e angosciati dall'accaduto, è comprensibile, ma vi assicuro che stiamo tutti facendo del nostro meglio per andare in fondo a questa situazione- tentai per quanto poco di confortarli: -vi chiedo se notate qualcosa di strano, qualsiasi cosa, di farlo presente a me o ai vostri professori, ogni dettaglio anche apparentemente insignificante può essere essenziale per noi- conclusi il discorso.
    Era troppo poco, lo leggevo nei loro sguardi, ma per ora era tutto quello che potevo dire.
    Tornai a sedere, lasciando che iniziasse la cena, anche se, sicuramente, in pochi avevano ancora appetito.


    ~ PARLATO: #3f4883
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    La discussione rimane aperta per una settimana per permettervi di postare le reazioni dei vostri pg
     
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    Era stata una giornata devastante. Chiusi dentro le proprie Sale Comuni, senza possibilità di uscire né di sapere cosa stesse accadendo fuori, era stata dura.
    Le ipotesi erano state tante, ma nessuna di quelle era stata poi supportata da un avviso ufficiale. Ancora più complicato era stato per Prefetti e Caposcuola, gli unici raggiungibili dagli studenti che giustamente erano pieni di domande, alle quali però loro non sapevano rispondere. Harry avrebbe voluto avere tutte le risposte eppure proprio ultimamente stava facendo i conti con il doversi accontentare di non averne nessuna. Solo verso ora di cena fu concesso loro di scendere in Sala Grande a mangiare e il silenzio che c'era in quella stanza fu strano. Come se già tutti sapessero che fosse successo qualcosa di grave e stessero solo aspettando di essere avvisati o peggio, di essere magari rimandati a casa. Il discorso che quella sera venne fatto dal Preside, infatti, non era niente di rassicurante: Mathilda Harper era morta cadendo dalla Torre Oscura del castello. Quella notte.
    Se nessun campanello si attivò nelle menti delle più giovani studentesse Alex e Amelia, per Harry e Ava il discorso fu molto diverso. La Serpeverde trattenne il fiato per la paura che ora le strisciava sotto pelle, inghiottendola centimetro dopo centimetro. Aveva provato in tutti i modi ad allontanare da sé l'idea che Malfoy avesse ragione, che quegli episodi di sonnambulismo non fossero propriamente collegati al loro livello di stress, ma adesso le cose si stavano inevitabilmente complicando e lei era la seconda volta che si svegliava fuori dalle mura di Hogwarts. Non andava bene. Non andava bene per niente. Con lo sguardo cercò al tavolo lo sguardo del compagno di casata, ma senza trovarlo. Avrebbe voluto alzarsi ed andare via di là solo per non ascoltare più le parole del Preside che stava continuando a parlare. Al contrario però, notò Lisbeth a qualche metro da lei, con lo sguardo preoccupato e spaventato, fisso sul suo ormai ex ragazzo.
    Certo, povera bambina e povera famiglia, ma se anche a Mathilda stava succedendo quanto succedeva a lei? Non fu solo lo sguardo della Serpeverde a percorrere quasi tutto il tavolo alla ricerca di Louis. Anche lo sguardo del Caposcuola di Corvonero corse al tavolo dei Serpeverde prima ancora che potesse fermarsi, incrociando anche lui il viso impietrito della Wilson. Quanto doveva essere difficile per lei adesso venire a conoscenza di un'informazione simile, ma senza avere la possibilità di avvicinarsi a quello che un tempo era stata la persona più importante per lei? Harry sospirò preoccupato, abbassando la testa e portandosi poi una mano tra i capelli. Le cose stavano peggiorando ed era chiaro come il sole eppure più di avvisare qualcuno fuori e di provare a tenere sotto controllo le persone che conosceva la notte, cosa poteva fare? Il prossimo o la prossima a farsi del male chi sarebbe stato o stata? L'idea che il castello fosse stato protetto con incantesimi anti-caduta lo fece stare per un attimo meglio, ma era veramente quello l'unico modo di morire ad Hogwarts? Ce n'erano così tanti che probabilmente sarebbe stato impossibile elencarli tutti. Adesso le paure che aveva avuto quella notte nella Foresta Proibita si erano materializzate davanti a lui.
    E davanti a Louis. Avrebbe avuto un briciolo di onestà intellettuale il Serpeverde per riconoscerlo? Una mano gli si posò sulla spalla, stringendola piano per richiamare la sua attenzione. - Tutto bene, Haz? - Neanche il tempo di voltarsi verso di lui, che Harry scosse la testa. - No, not at all. - Pronunciò a voce bassa, con l'agitazione che gli si leggeva addosso. Non appena però si girò verso il suo compagno, incrociò lo sguardo della piccola Zoe a qualche posto dal loro, circondata dalle sue due compagne con cui l'aveva incontrata settimane prima in Sala Comune. Lo stesso sguardo che gli rimandò anche Pax, qualche metro più avanti. Forse non era affatto il momento di farsi prendere dal panico, era pur sempre un Caposcuola e per quanto non avesse assolutamente niente sotto controllo, mantenere la facciata poteva fare la differenza per i più piccoli. Sospirò stringendo le labbra. Non avrebbe neanche potuto mentire loro, però. Abbassò lo sguardo mentre la mano di David gli scese sul braccio. - Che succede? - Domandò confuso. Per lui quella situazione era nuova, ovviamente. Harry era stato in grado di tenersi tutto per sé, condividendo alcune cose solo con Daniel ed Eliot e solo perché gli avevano parlato anche loro di quel maledetto problema del sonno. Altrimenti avrebbe tenuto acqua in bocca anche con loro due. - Dopo. - Disse solo.
    Non aveva nessuna intenzione di stare lì a raccontare tutta la storia, in mezzo a tutti gli altri studenti che avrebbero potuto ascoltare. Magari dirlo a qualcun altro avrebbe potuto aiutare? Di David si fidava, quello di cui però non si fidava era coinvolgere troppe persone, a prescindere da chi fossero. Certo era però che sarebbe stato complicato seguire chiunque durante un attacco di sonnambulismo.
    Quanti erano a scuola? Che di Mathilda fosse confermata quella cosa o meno, Harry avrebbe tenuto gli occhi ben aperti lo stesso, cercando magari qualche notizia più completa su qualche giornale. Anche se non fosse stata collegata a quei fatti specifici però, abbassare la guardia per lui, a quel punto, sarebbe diventato impossibile. Forse con la Squadra Speciale a scuola sarebbe andata meglio? Meno male che aveva avuto il tempo di parlare con Steve esattamente una settimana prima, perché proprio in quel momento il Preside stava avvisando che anche le uscite e le attività extracurricolari sarebbero rimaste sospese. Poteva qualcosa andare peggio di così? Un'occhiata al tavolo dei Tassorosso volò anche per controllare come stessero Daniel ed Eliot. Seduti vicini stavano parlando tra loro, sotto lo sguardo attento anche di Alex, che dal proprio tavolo in mezzo ai Grifondoro, all'invito del Preside a riportare qualsiasi cosa fuori dalla norma, immediatamente ripensò al discorso dell'ex Prefetto. Era un po' anomalo che si fosse risvegliato nel corridoio dei sotterranei, fuori dalla Sala Comune, no?
    E che conoscesse qualcun altro con il suo stesso problema, senza averle mai detto chi di preciso. Doveva cominciare a preoccuparsi? Quello che era successo era una tragedia terribile e forse non si sarebbe potuta evitare, ma come poteva essere sicura al cento per cento che Daniel non fosse prossimo a svegliarsi chissà dove nel castello? Doveva assolutamente dirlo ai professori.
    Al tavolo dei Tassorosso c'erano alcuni studenti che addirittura avevano cominciato a piangere dopo aver appreso la tremenda notizia. Emma, seduta accanto a sua sorella, si lasciò scappare un singhiozzo nascosto dietro la mano. Conosceva Mathilda, era del suo anno e nonostante non ci avesse mai parlato più di tanto perché sembrava una di quelle ragazzine irraggiungibili e super popolari, pensare che una sua compagna di scuola fosse morta era qualcosa di profondamente triste che la travolgeva. Nel vederla così, Amelia sospirò, concedendosi di accarezzarla dietro la schiena per confortarla. La maggiore aveva ricevuto un'altra lettera da sua madre quella settimana, dove le chiedeva di tenerla informata di qualsiasi cosa - anche la più piccola ed insignificante, esattamente come aveva chiesto il Preside in quel momento - e di tenere gli occhi aperti.
    Come se sapesse che qualcosa stesse succedendo al castello e poi quello? Per di più, nonostante le battute stupide, aveva poi chiesto ad Emma se riuscisse a dormire decentemente e lei aveva detto che una volta tornata a scuola era ricominciato tutto. Amelia aveva provato a svalutare tutto quello, cercando di trovare la motivazione nel fatto che a sua sorella mancasse semplicemente casa - perché era il primo anno, era normale! - ma Emma aveva sempre rifiutato quella possibilità.
    E allora il problema qual era? Le aveva detto già due volte che se il problema fosse persistito, avrebbe dovuto avvisare qualcuno, ma lei testarda come solo gli altri componenti della sua famiglia sapevano essere, rifiutò categoricamente quell'aiuto. - Em, devi dirlo a qualcuno, per forza. Dopo andiamo insieme da Sophie e glielo diciamo. - Era un tono morbido e per niente severo, ma quella volta sua sorella annuì mentre ancora il corpo era scosso dai singhiozzi. - V-va bene. V-vieni con me? - Domandò con voce tremante, senza alzare lo sguardo dalle proprie ginocchia. - Certo, non ti lascio da sola. - Magari cominciare ad avvisare qualcuno sarebbe bastato ad alleviare le preoccupazioni e magari, perché no, qualcuno di adulto sarebbe riuscito a risolvere quella spiacevole situazione. Era semplice, troppo semplice, prendere in giro sua sorella minore eppure quando il momento lo richiedeva, sapeva stare anche dalla sua parte ed essere la sorella maggiore di cui aveva bisogno. Tuttavia, Amelia non pensava minimamente che avesse a che fare con quanto successo alla Serpeverde morta, ma quello del Preside era stato un chiarissimo invito e le parole di sua madre erano bastate ad allarmarla quel poco che bastava per cominciare a prendere le cose più seriamente. Anche Grace era nella sua stessa situazione e quello non doveva presagire nulla di buono.
    C'era sempre un momento per negare tutto, uno per tenersi tutto per sé e un altro per chiedere aiuto, ma forse non tutti gli studenti sarebbero stati in grado di capire la differenza.

    Amelia - Alex - Harry - Ava
    codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    Louis Malfoy Sophie Thompson
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    ~ Louis
    Bene. Benissimo. Ma vaffanculo.
    Già sapevo dal via vai che era avvenuto in Sala Comune che era successo qualcosa di grosso quel giorno.
    Non che ci avessi dato molto peso sulle prime. La mia era stata mera curiosità, memore dell'ultima volta che eravamo stati messi in lockdown perché la Holst era stata torturata.
    Non avevo pensato neanche per un secondo che potesse essere qualcosa che mi avrebbe toccato da vicino.
    Trovarmi in quel momento a sentir annunciare dal preside che si trattava della morte della sorella di Thomas, che per caso si era trovata alla Torre Oscura in piena notte fu una doccia fredda.
    Non per la ragazzina in sé, di cui mi importava relativamente, ma perché passato il primo momento di confusione avevo realizzato che trovarsi fuori dal proprio letto in piena notte sembrava un comportamento da sonnambulo, come succedeva a me e a Ava.
    Certo c'erano studenti che giravano di notte da soli come facevo io, ma la Harper non avrebbe mai avuto il coraggio di fare una cosa simile, specialmente non da sola.
    Prima ancora che potessi iniziare a sopprimere ogni emozione e auticonvincermi che la situazione non era così grave (mentire a sé stessi era un'arte che praticavo fin troppo bene), alzai lo sguardo per cercare Ava, individuandola a fatica, molte persone più in là.
    Quindi forse non eravamo i soli a soffrire di questi episodi? Quanto era estesa quella situazione?
    Incrociai il suo sguardo, leggendo l'inquietudine nei suoi occhi.
    Cercai di restare calmo, appena fosse finita la cena l'avrei raggiunta per parlarle.
    La consapevolezza che non la potevo proteggere era la parte più frustrante di quella situazione. Potevo fregarmene del pericolo finché riguardava solo me, ma così era un'altra storia.
    Gli incantesimi anti-caduta poi erano una misura limitata per risolvere un problema simile, il castello era grande e pieno di pericoli, ne sapevo qualcosa avendo l'abitudine di esplorare di notte.
    E poi mi chiedevano perché non mi fidavo dei professori, erano una manica di incapaci.
    Ci volle una buona dose di autocontrollo per trattenermi dall'alzarmi e andarmene via.
    Se credevano che mi sarei rivolto a loro si sbagliavano di grosso.

    ~ Sophie
    Dopo una giornata chiusi in Sala Comune senza sapere cosa fosse successo, gli animi nel dormitorio di Tassorosso erano molto provati.
    Nonostante l'inguaribile ottimismo di Eliot, non riuscivo a togliermi dalla testa come l'ultima volta che eravamo finiti bloccati in dormitorio in quel modo i mangiamorte erano entrati a Hogwarts.
    Anche quella volta era successo di venerdì, lo ricordavo bene perché il venerdì era sempre stato il giorno in cui scrivevo a casa e anche l'anno prima mi ero trovata in difficoltà a dover mentire ai miei e raccontare loro che andava tutto bene.
    Se solo avessero avuto la minima idea di certi pericoli che correvo nel mondo magico non mi avrebbero mai fatto restare a scuola, quindi non avrebbero mai saputo delle discriminazioni contro i nati babbani, le possessioni e tutti gli strani eventi che succedevano al castello.
    A fine giornata ci eravamo recati tutti assieme in Sala Grande, in attesa di avere finalmente delle risposte, ma dopo il discorso del preside Vestergaard mi trovai a pensare che sarebbe stato meglio non essere mai usciti dalla Sala Comune e essere rimasti all'oscuro di tutto.
    Non conoscevo la ragazzina che era mancata e, egoisticamente, fui sollevata che non si trattasse di qualcuno a cui volevo bene.
    Tuttavia le circostanze della sua morte parevano molto strane. Era difficile che una ragazzina del primo anno se ne andasse da sola in giro in piena notte, di solito i più piccoli erano tra i più timorosi e ligi alle regole.
    Lanciai un'occhiata preoccupata a Eliot accanto a me. Da qualche tempo si svegliava fuori dal proprio letto ogni tanto e non era l'unico che aveva problemi del sonno, anche Grace aveva avuto qualche strano episodio.
    Istintivamente andai a stringergli il braccio mentre ascoltavo il resto delle parole del preside sulle varie misure che avevano intrapreso dopo l'accaduto.
    Alcuni tra i più piccoli iniziarono a piangere, forse perché conoscevano la ragazza, forse per paura.
    Mi guardai intorno preoccupata, cercando i miei amici, sentendo crescere il sollievo nell'individuarli tutti sani e salvi, ma era una sensazione fugace perché la preoccupazione e la paura sui loro volti mi lasciò piena di angoscia.
    In più, come prefetto, sapevo che più di qualcuno si sarebbe rivolto a me alla ricerca di risposte che non avevo e sarebbe stata sicuramente una lunga notte che avrei passato a cercare di calmare tutti mentre io lentamente andavo in panico.
    Non ero sicura di cosa stesse succedendo, e l'incertezza faceva più paura di tutto il resto.
    Sicuramente quella notte non avrei lasciato che Eliot dormisse da solo, neanche per sogno.


    ~ Louis: #228B22
    ~ Sophie: #ff9966

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    Edited by Persephone - 23/1/2022, 12:05
     
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